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Tutti influencer, Api Lecco piange Snobbato il 51% delle imprese

Lecco (Lècch) - A sentire i piccoli imprenditori lecchesi e sondriesi, da queste parti il lavoro non manca, mancano i candidati. Al 51% delle imprese affiliate ad Api Lecco Sondrio non arrivano candidature in risposta alle offerte di lavoro. In una nazione dove il tasso di disoccupazione di aggira intorno all'8% e quello di inattività al 35%, il richiamo di nuove presunte opportunità telematiche potrebbe aver allontanato molti dalle aziende.

E’ questo il problema principale che emerge dai risultati dell’indagine condotta dal Centro Studi di Confapindustria Lombardia, relativa alle risorse umane, a cui hanno partecipato circa un centinaio di nostre associate.

Il problema della mancanza di manodopera, in particolare specializzata, nell’industria italiana è noto da mesi e anche nel territorio di Lecco e Sondrio le imprese stanno cercando con ogni mezzo di reperire collaboratori ma senza fortuna.

Nel corso del 2023 la ricerca di nuovo personale nelle aziende si è diffusa rispetto al passato, ma il 23% di queste non ha implementato l’organico. Nonostante dinamiche certamente positive e diffuse nei primi sei mesi dell’anno, le difficoltà riscontrate nella selezione di nuovo personale restano evidenti, e tendono a ricalcare le rilevazioni che il sistema Confapi ha avuto modo di monitorare negli ultimi anni.

La specializzazione, soprattutto ai livelli operativi, rimane un desiderata che trova scarsa compensazione sul mercato, limitando nei fatti l’operatività aziendale: per 74 intervistati su 100 spicca la mancanza di operai specializzati, essenziali nei ruoli più operativi. Rimane altrettanto elevato il divario tra domanda e offerta su figure operaie semplici per 4 imprese su 10.

Se da un lato, i “vuoti d’offerta” presenti sul mercato del lavoro sembrano riconducibili proprio alla mancanza di formazione adeguata, in modo altrettanto evidente si manifesta carenza di persone che si affaccino sul mercato. Per 5 industrie su 10 mancano candidati che si presentino per sostenere colloqui legati alle posizioni offerte e questo rappresenta il problema più diffuso tra le aziende intervistate (51%).

Quale potrebbe essere la soluzione? Andare a recuperare i cosiddetti Neet (Not in Education, Employment or Training), ovvero gli inattivi tra i 15 e 29 anni che in Italia sono il 19% (record europeo), formarli adeguatamente per poi permettergli di trovare una propria strada lavorativa. Le nostre imprese, sostengono all'Api, credono fortemente nella formazione, soprattutto negli Its(Istituti tecnici superiori), che preparano i giovani a lavorare in azienda: il 72% degli imprenditori considera di massimo interesse figure provenienti da questi percorsi scolatici.

E per colmare la mancanza di competenze attuali 8 associate Api su 10 hanno avviato percorsi interni di formazione per trasmettere competenze specialistiche. “I dati dell’indagine confermano quello che sentiamo dagli imprenditori tutti i giorni – commenta il direttore di Api Lecco Sondrio Marco Piazza – mancano figure specializzate pronte a lavorare nelle aziende e c’è anche una enorme carenza di candidature. I giovani che né studiano né lavorano sono sempre più in aumento, rappresentano una zona d’ombra che abbiamo il dovere di illuminare e a cui cercare di dare un futuro. Riuscire a intercettare il loro interesse, formarli adeguatamente e dargli un lavoro, magari anche molto vicino a casa, sarebbe la soluzione ideale per tutti”.

Nella foto, un recente incontro di Api Lecco.

8 giugno 2023