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Il Wwf: "Lecco non è una citta per alberi"

Lecco (Lècch) - "Lecco non è citta per gli alberi (e nemmeno per i fiori…)". Ne prende atto il Wwf lecchese con una durissima e sofferta nota di condanna alla sconcertante politica del sindaco Mauro Gattinoni in materia di verde pubblico.

"L’ippocastano di via Carlo Porta e i bagolari di via Pasubio, il platano di viale Montegrappa e la pawlonia in via d’Annunzio. Continua ad allungarsi l’elenco degli alberi abbattuti in città. Ora un’altra ordinanza del sindaco sentenzia il taglio di altre 30 piante", denunciano gli ambientalisti lecchesi.

"Ancora una volta - afferma Lello Bonelli, presidente Wwf Lecco -  l’amministrazione comunale di Lecco sceglie la soluzione più facile, immediata, irreversibile sentenziando il taglio di altre 30 piante in città. Con l’ordinanza n° 1 del 24 febbraio scorso, il sindaco ha deciso le sorti di una popolazione di alberi disseminati in ogni quartiere cittadino: da Pescarenico in Piazza Era al centrale viale Dante, dal rione di Germanedo a Rivabella, da Rancio al Lungolago, da Laorca alle Caviate".

"Buona parte dei tagli - rileva Bonelli - sono già stati eseguiti, gli altri seguiranno nei prossimi giorni. C’è la magnolia morente, il platano semisecco, il tiglio con il tronco cavo, alcune piante morte (nulla da ridire), ma anche il platano che per sua naturale crescita ha incluso nelle sue radici il cordolo della strada, l’albero sinuoso con qualche piccolo difetto, il platano cresciuto all’ombra di altri platani più vigorosi, insomma tutta roba di cui sbarazzarsi senza troppo indugiare, perché, come sempre, si usa come alibi prima di tutto la sicurezza del pedone, del cittadino, dell’auto posteggiata o del manufatto, anche laddove queste problematiche non sono presenti. Ma non sarebbe stato il caso di valutare quali sono i benefici che queste piante, seppur brutte o indebolite, ci stanno regalando?".

Gli ambientalisti puntano il dito contro "una mentalità di vecchio stampo incardinata sul concetto di “verde pulito”, ovvero “facciamo pulizia di tutto il verde che non ci piace”. Così ciò che è sotto gli occhi di tutti i cittadini lecchesi - prosegue il presidente Wwf - e di chi frequenta il nostro capoluogo è il costante ed inesorabile impoverimento del verde pubblico, al punto che un bilancio tra abbattimenti e nuove piantagioni mostra pesantemente il prevalere massiccio dei primi a sfavore delle seconde. E non basta come compensazione la ripiantumazione di giovani alberelli: non basta qualche decina di pianticelle di due anni a ripagare il valore di alberature storiche!".

Ma non sono solo gli alberi nel mirino dell’amministrazione. Bonelli piange anche il "repulisti" di piante che proprio il Wwf mise a dimora. "Nell’ambito dell’iniziativa nazionale Wwf Urban Nature - ricorda l'esponente ambientalista -, il Wwf Lecco comunicava al Comune la piantumazione di un vasto assortimento di bulbi e tuberi da fiore nell’aiuola di piazza Manzoni. Ma a inizio di questa settimana anche la fioritura di bulbi in piazza Manzoni è stata rasa al suolo da un imprevedibile taglio di erba, inutile e prematuro nelle tempistiche, nonostante ci fossero tutti i narcisi, i crocus e i muscari in fiore… ci sono passati sopra con il tagliaerba".

Un intervento che fa inorridire anche l'agronomo Giorgio Buizza. "Fare un taglio dell’erba all’inizio di marzo senza erba - accusa - , fa risparmiare sui tempi di lavorazione e porta fieno in cascina. Questa è la ragion d’essere dell’impresa. I bulbi del Wwf non sono perciò meritevoli di attenzione. La responsabilità non è di chi manovra il rasaerba, ma di chi decide che è questo il momento di tagliare il prato inesistente. A volte - conclude Buizza - viene da pensare che anche il taglio degli alberi, non quelli morti, ma quelli vivi e sani, serva a portare il fieno in cascina (ma questo è solo un brutto pensiero notturno di un ubriaco)".

Nella foto, il tabula rasa di via Pasubio.

10 marzo 2022