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"Le politiquement correct c'est du pharisaïsme": l'ipocrisia è di moda

Gentile direttore, sono un lecchese che da tanti anni lavora all'estero e nel paese da cui scrivo sono schiavo di una nuova ossessione, quello che si chiama politicamente corretto.

Vedo gente che impazzisce, che invece di pensare a cose serie continua a interrogarsi su quel che dice o che sta per dire: ogni parola "sbagliata" può firmare la tua condanna sociale ma anche penale, come ai tempi dei manicomi politici dei paesi comunisti. Si vive nella paranoia completa, nel timore che qualcuno possa sentirsi offeso per i motivi più ridicoli, e ti accusi di qualunque cosa.

Il risultato è che tutti viviamo in una bolla di finzione costruita dai burattinai per trasformarci sempre più in burattini repressi, una situazione di follia e soprattutto di finzione. Ci comportiamo in un modo, pensiamo in un altro, il risultato è che l'ipocrisia è di moda. Voglio mettere in guardia anche voi da questa deriva della mente, con tre parole nella lingua del paese in cui vivo: le politiquement correct c'est du pharisaïsme. Evitatelo come la peste!

G. C.
 
27 novembre 2021