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Professional day: “Mazziati e diffamati”

Lecco - Sala riunioni al gran completo, giovedì, nella sede dell’Associazione libere professioni Lecco di via Parini per il “Professional Day”, la giornata delle professioni, indetta a livello nazionale da Cup (Comitato unitario permanente degli ordini e collegi professionali), Pat (Professioni area tecnica) e Adepp (Associazione delle casse di previdenza dei professionisti), in collaborazione con la Conferenza dei Cup territoriali e con le altre componenti del mondo ordinistico.

CAMPAGNA STAMPA DIFFAMANTE. Con la presidente di Alpl Maria Venturini erano presenti gli undici presidenti degli ordini e collegi professionali lecchesi che rappresentano circa 6.000 professionisti in provincia di Lecco e, appunto, una nutrita schiera di professionisti. “Siamo stanchi di essere demonizzati e di essere considerati la causa della mancata crescita del Paese, di una campagna stampa diffamante, dell’eccesso legislativo e burocratico. Siamo i depositari della conoscenza, produciamo il 15% del Pil (circa 200 miliardi di euro) e occupiamo oltre due milioni di persone. Siamo i servitori dello Stato e un esempio virtuoso di tramite tra gli interessi pubblici e quelli dei nostri clienti. Abbiamo supplito – e continuiamo a farlo - alle inefficienze della pubblica amministrazione contribuendo, con investimenti a nostro carico, all’informatizzazione della macchina statale. Ciononostante ci troviamo calata dall’alto una riforma realizzata per decreto legge: perché la riforma del lavoro dipendente segue invece il corretto iter parlamentare?”. Così Maria Venturini ha sintetizzato la posizione e le domande dei professionisti ai rappresentanti della politica e delle istituzioni lecchesi: l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, Giulio Boscagli e Giulio De Capitani per la Regione Lombardia, l’assessore provinciale Fabio Dadati e il sindaco di Lecco Virginio Brivio.

TEMI STRUMENTALIZZATI. Venturini ha quindi ricordato alcuni temi fondamentali che - strumentalizzati ad arte – hanno fatto breccia sull’opinione pubblica e sui quali, invece, è opportuno fare chiarezza: la questione delle tariffe (“Già derogabili dalla Legge Bersani, costituiscono un punto di riferimento per il cliente, esattamente come i listini prezzi, ampiamente utilizzati nel mondo economico”), l’accesso per i giovani (“Dal ’98 al 2010 i professionisti sono aumentati di oltre il 70% e un professionista su due ha meno di quarant’anni”), l’esame di stato (“Il sondaggio Ispo del gennaio 2012 dimostra come gli italiani lo considerino una garanzia”), le società di capitali (“L’ingresso di investitori non professionisti che possano detenere una quota maggioritaria del capitale determinerà l’assoggettamento della professione alle politiche del mercato e della concorrenza tipiche delle imprese commerciali (profitto), a discapito dell’indipendenza e dell’autonomia del professionista”), i tirocinanti e la necessità di prevedere per loro un compenso (“Peraltro già previsto dalle norme deontologiche”). Maria Venturini ha quindi chiesto ai presidenti degli ordini e dei collegi professionali di rispondere alla medesima domanda: cosa accadrebbe se in Italia non ci fossero gli Ordini e i Collegi professionali con i rispettivi iscritti, sia rispetto ai cittadini e alle imprese, sia nei confronti dello Stato? Di seguito, le risposte dei presidenti.

ARCHITETTI E COMMERCIALISTI. Elena Ripamonti, Ordine degli architetti: “La tutela del paesaggio e gli aspetti ambientali – in un paese che ha un patrimonio unico al mondo per qualità e dimensioni - richiedono una profonda preparazione e una esperienza consolidata: entrambe risiedono negli architetti. Non è possibile improvvisare, pena disastri di immani proporzioni”. Michele Stefanoni, Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili: “I commercialisti e gli esperti contabili svolgono un ruolo di supporto allo Stato, in quanto hanno in capo numerosi adempimenti fiscali. I minimi e i massimi tariffari sono un punto di riferimento importante. Possono toglierci tutto, ma non la conoscenza, la coscienza e l’indipendenza che ci caratterizzano, indipendenza che con le società di capitali, nella versione originaria della legge, non poteva certo essere garantita”.

AVVOCATI E CONSULENTI DEL LAVORO. Elena Barra, Ordine degli avvocati: “Gli avvocati sono fondamentali per l’amministrazione della giustizia, nel rispetto di quanto sancito dalla Costituzione. Il che significa, in primis, tutela dei diritti dei singoli cittadini e supporto alle imprese. Gli avvocati hanno inoltre sostenuto personalmente i costi della digitalizzazione della giustizia”. Giulio Corno, Consulenti del Lavoro: “Gestiamo ogni anno la posizione di otto milioni di lavoratori, trasmettendo all’Inps le comunicazioni correlate che permettono di avere aggiornato in tempo reale la posizione pensionistica dei lavoratori. I tirocini promossi dai Consulenti si trasformano nella misura del 70% in rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Abbiamo contribuito soprattutto negli ultimi anni alla gestione della cassa integrazione”. Liliana Brusadelli, Collegio dei Geometri: “Abbiamo fornito gratuitamente il nostro lavoro allo Stato per quel che riguarda il catasto. Siamo tecnici competenti, sottoposti alla formazione continua, ma scontiamo un pesante eccesso di leggi: soffriamo la mancanza di certezza del diritto e dobbiamo dedicare molto tempo a studiare normative spesso conflittuali”.

NOTAI, INGEGNERI E FARMACISTI. Franco Panzeri, Consiglio notarile: “Siamo pubblici ufficiali, quindi garanti della legalità dell’atto. Quando c’è l’intervento dei notai constatiamo la drastica riduzione dei contenzioni e dovrebbe essere superfluo ricordare i danni economici e sociali avvenuti proprio nei Paesi di cultura anglosassone. Svolgiamo anche il ruolo di liquidazione delle imposte rispetto allo Stato”. Antonio Molinari, Ordine degli ingegneri: “La nostra attività permea l’intera società, il tessuto produttivo in ogni suo aspetto. Sappiamo fornire soluzioni tecniche in più campi, che tengono conto di esigenze sociali ed economiche”. Sergio Invernizzi (in rappresentanza di Francesco De Alberti), Ordine dei medici chirughi e degli odontoiatri: “La salute è un bene primario, che non può essere affrontato solo in termini di costi. L’ottica è invece quella dell’investimento, anche perché le ricadute sono in termici economici”. Giovanni Gerosa, Ordine dei farmacisti: “Non ci sono ostacoli di accesso alla nostra professione. E non dimentichiamo che il farmacista è soggetto a norme deontologiche. Condividiamo la necessità di riformare il sistema farmacia in Italia, ma l’aumento delle farmacie rischia di tradursi in un eccesso di accesso al farmaco”.

PERITI INDUSTRIALI E AGRONOMI. Eolo Ferrari, Collegio dei periti industriali: “Abbiamo ventisei specializzazioni, quindi vantiamo una conoscenza precisa della nostra materia. Abbiamo l’obbligo del risultato, siamo una garanzia per la committenza e, al contempo, per la collettività”. Giorgio Buizza, Ordine dei dottori agronomi e forestali: “Abbiamo in capo i rapporti delle aziende agricole nelle relazioni con gli enti pubblici, la tutela del territorio (boschi, foreste, aspetti idrogeologici). Lavoriamo già in modo trasparente con i preventivi, affinché i compensi siano proporzionati alla qualità e alla quantità delle prestazioni. C’è differenza tra un libero professionista e un professionista dipendente di una società di capitale”. Tutti i presidenti hanno sottolineato l’esempio virtuoso di collaborazione e di interazione delle professioni ordinistiche riunite in Alpl sul nostro territorio.

2 marzo 2012