Invia articolo Stampa articolo
Artigianato lecchese alle corde: “chiuse per tasse” 90 imprese

Lecco (Lècch) - L'artigianato lombardo perde 5.216 imprese e anche a Lecco, dove le 9174 aziende artigiane rappresentano il 34,3 % delle imprese del territorio, resta negativo il saldo delle imprese attive, diminuito di 90 unità rispetto allo stesso periodo del 2013. Confartigianato Lecco presenta i dati dell’Osservatorio regionale e punta il dito contro tasse e burocrazia.

LOMBARDI PENALIZZATI. La Lombardia appare in testa alla classifica delle regioni europee per numero di lavoratori autonomi - con 910.800 autonomi, di cui uno su tre è un imprenditore artigiano - ma sconta, rispetto ai competitor europei, la più alta tassazione e un maggior costo dell’energia elettrica. Un territorio operoso, ma dove l’artigianato nel 2013 ha perso 5.216 imprese, il 2% del totale, soprattutto tra manifattura e costruzioni. Anche nel Lecchese, a rimetterci di più sono il manifatturiero (sceso da 2619 a 2536 imprese) e le costruzioni (da 3657 a 3610). In positivo, invece i settori dei servizi alla persona e alle imprese.

GAP DI TASSAZIONE. «Fare impresa non è semplice di questi tempi – ha sottolineato il presidente di Confartigianato Lecco Daniele Riva – soprattutto quando si è piccoli. Le zavorre per le micro imprese lombarde sono molteplici. Innanzitutto l’imposizione fiscale: scontiamo un gap di tassazione di oltre 15 punti sui principali mercati esteri di destinazione, pagando il 65,8% di tasse contro una media del 50,7%, mentre l’energia costa ad ogni nostra azienda quasi 4.500 euro in più rispetto a ciò che pagano i nostri colleghi nel resto d’Europa».

BUROCRAZIA E CREDITO. «Poi c’è la burocrazia, i tempi di pagamento della pubblica amministrazione ancora troppo lunghi, ma anche le difficoltà nel ricevere credito. Basti pensare che a Lecco le imprese con meno di 20 addetti sono il 97,2% del totale e ricevono appena il 20,1% del credito totale erogato a favore del settore produttivo».

DISOCCUPAZIONE GIOVANILE. Preoccupa in provincia di Lecco il tasso di disoccupazione dei giovani dai 15 ai 29 anni, pari a 16,3%, in salita di 1,7 punti rispetto al 2012, in un quadro dove il tasso di occupazione complessivo è ancora in discesa e il tasso di disoccupazione sempre in crescita. Le imprese hanno reagito alla crisi con strategie difensive legate a innovazione, presidio di nuovi mercati e dinamiche di rete: la dinamica delle esportazioni manifatturiere dell’artigianato lecchese nei mercati UE ed extra UE segna infatti un + 5,3% nel periodo 2013-2014, soprattutto verso Cina, Corea e Stati Uniti.

LECCHESE DA RIGENERARE. Nel territorio di Lecco più di un imprenditore artigiano su due (precisamente il 57,6%) ha investito in innovazione: l’attività di ricerca principalmente svolta da queste imprese innovatrici è la ricerca tecnica sul prodotto, elaborazione di modelli e prototipazione. «Proprio dalla constatazione della forza delle nostre imprese, e della resilienza del sistema economico lombardo, che è stato capace di un incremento del Pil dell’1,1% nell’ultimo decennio, in cui l’economia italiana ha perso il 3,5%, nasce l’idea che si possa partire da qui per continuare a competere con successo. – ha concluso Riva – Crediamo ci siano concrete opportunità da cogliere per rigenerare anche il territorio lecchese».

Nella foto: Daniele Riva.

23 maggio 2014