Invia articolo Stampa articolo
Annone, Riva Acciaio “costretta a chiudere”

Lecco – Anche lo stabilimento lecchese del gruppo Riva Acciaio, ad Annone Brianza, cessa l'attività assieme a quelli di Verona, Caronno Pertusella (Varese), Lesegno (Cuneo), Malegno, Sellero, Cerveno (Brescia) e di servizi e trasporti (Riva Energia e Muzzana Trasporti). La serrata segue il sequestro preventivo penale del patrimonio della famiglia, provvedimento legato all'inchiesta sull'Ilva per disastro ambientale, e l'azienda si dice "costretta a cessare la produzione".

PAGAMENTI IMPEDITI. "Tali attività - si sottolinea in una nota dell'azienda - non rientrano nel perimetro gestionale dell’Ilva e non hanno quindi alcun legame con le  vicende giudiziarie che hanno interessato lo stabilimento Ilva di Taranto". La decisione, comunicata al custode dei beni cautelari, Mario Tagarelli, e illustrata alle rappresentanze sindacali dei diversi stabilimenti coinvolti, fa seguito al provvedimento di sequestro preventivo penale del gip di Taranto "in base al quale vengono sottratti a Riva Acciaio i cespiti aziendali, tra cui gli stabilimenti produttivi, e vengono sequestrati i saldi attivi di conto corrente e si attua di conseguenza il blocco delle attività bancarie, impedendo il normale ciclo di pagamenti aziendali". Per l'azienda, dunque, "non esistono più le condizioni operative ed economiche per la prosecuzione della normale attività".

FERMA DETERMINAZIONE. Riva Acciaio, d'altro canto, ha annunciato la ferma determinazione di impugnare nelle sedi competenti il provvedimento di sequestro, già attuato nei confronti della controllante Riva Forni Elettrici e esteso al patrimonio dell’azienda, "ma nel frattempo - continua la nota del gruppo - deve procedere alla sospensione delle attività e alla messa in sicurezza degli impianti cui seguirà, nei tempi e nei modi previsti dalla legge, la sospensione delle prestazioni lavorative del personale (circa 1.400 unità), a esclusione degli addetti alla messa in sicurezza, conservazione e guardiania degli stabilimenti e dei beni aziendali". Intanto, Federacciaio parla di "esito annunciato di un accanimento giudiziario senza precedenti".

12 settembre 2013