Invia articolo Stampa articolo
Più assunzioni nel Lecchese, ma aumentano anche i licenziamenti

VOGLIA DI LICENZIARE. Lecco – Va un po' meglio la situazione occupazionale della provincia di Lecco secondo la XVI edizione dell’Indagine Excelsior, realizzata da Unioncamere in collaborazione con ministero del Lavoro e Camere di Commercio italiane. Crescono sia le assunzioni (da 2.110 a 2.660 unità, +26,1%, contro il -2,1% lombardo e il -10,8% nazionale), sia la percentuale delle imprese lecchesi che intendono avvalersi di nuovo personale nel corso del 2013 (dall’11,2% al 14,3%). Aumentano però i licenziamenti previsti (da 2.970 a 3.380, +13,8%).

USCITA ED ENTRATA. Secondo lo studio, Lecco evidenzia un tasso di uscita nettamente inferiore a quello regionale e dell’intero Paese (4,4% contro il 5,1% lombardo e il 5,5% nazionale), ma anche il tasso di entrata è più basso (3,5% contro il 3,8% della regione e il 5% dell’Italia). Rimane ancora pesantemente negativo il saldo tra entrate e uscite previste (-720 unità a Lecco, -33.220 in Lombardia e -245.660 in Italia) ma, mentre per la nostra provincia si registra un miglioramento rispetto al dato del 2012 (che era pari a - 860), la situazione peggiora sia a livello regionale che nazionale (il saldo 2012 era rispettivamente pari a - 18.930 e -130.510 unità).

L'EFFETTO DEL POLO. A Lecco crescono sia le assunzioni stagionali previste (500 unità, il valore più alto dell’ultimo quinquennio, +38,9% contro il +9,6% regionale e il -12,8% nazionale) che quelle non stagionali (2.160 unità, +23,4% contro il -4,7% della Lombardia e il -9,7% dell’Italia). “Un dato particolarmente significativo” – commenta il presidente dell’ente camerale Vico Valassi - è quello riguardante le assunzioni dei laureati che raggiungono quasi il 20% del totale delle assunzioni, percentuale in continua crescita anche se tuttora leggermente inferiore alla quota regionale (21,9%). Fondamentale in tal senso è la presenza del Polo di Lecco del Politecnico di Milano che, grazie alla qualità della propria offerta didattica, fornisce manodopera molto qualificata alle nostre imprese. Importante è il continuo lavoro di squadra svolto dalla Camera di Lecco insieme agli altri enti e alle associazioni di categoria del territorio per favorire l'interscambio continuo tra mondo della ricerca e mondo produttivo”.

TEMPO INDETERMINATO. Dall'analisi dettagliata eseguita nell'ambito dell’Indagine Excelsior, emerge quanto segue: con riferimento alla forma contrattuale, nonostante la crescita delle assunzioni a tempo indeterminato (+40%, ovvero 250 unità pari al 33,1% del totale, in crescita rispetto al 29,7% del 2012), il numero delle assunzioni a tempo determinato rimane superiore (1.030 contro 890); le aziende lecchesi fanno ricorso a personale “stabile” in misura superiore a quelle nazionali (27,1% delle assunzioni previste), ma inferiore alla media lombarda (35,9%); nella nostra provincia risultano maggiormente richiesti gli impiegati (22,6% delle assunzioni previste dalle aziende lecchesi, contro il 15,1% lombardo e il 14,2% italiano) e i tecnici (19,8% delle assunzioni, contro il 20% della Lombardia e il 13,7% dell’Italia).

LAUREATI E DIPLOMATI. E ancora: pur rimanendo tra le qualifiche maggiormente richieste (17,5% contro il 23,1% regionale e il 26,7% nazionale), calano le assunzioni relative alle professioni qualificate nei servizi (Lecco -13,6%, Lombardia -13,4% e Italia -16,3%). Diminuiscono anche le assunzioni di personale non qualificato (-37,9% a Lecco,  11,6% in Lombardia e -14% in Italia); la percentuale di laureati richiesti dalle imprese lecchesi passa dall’8,1% del 2011 al 18,5% di quest’anno (contro il 21,9% regionale e il 15,9% nazionale). La quota dei diplomati (49,5% contro il 44,9% regionale e il 43,5% nazionale) è la più alta dell’ ultimo quinquennio; si evidenzia una crescita delle assunzioni in tutti i settori (+43% nel secondario, +7,5% nel commercio e +27,3% nei servizi; cfr. tab. 1.4); calano invece di 100 unità le assunzioni di donne (520 unità, -19,2%, contro il -2% lombardo e il -10% nazionale), che rappresentano il 19,4% delle entrate previste (a fronte del 18,2% nazionale e del 19,4% lombardo). Viceversa, tornano ai livelli del 2011 le assunzioni di maschi (670 in tutto, +31,3%, contro il +11,8% della Lombardia e il -6,8% dell’Italia.

30 agosto 2013