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Studenti a rischio sfruttamento: Villa Locatelli monitora i tirocini

Lecco - La Provincia di Lecco detta le condizioni perchè i tirocini siano per i giovani una opportunità di formazione e inserimento e non lavoro gratuito. Dal tutor al piano di formazione: i requisiti per impedire che lo stage diventi uno sfruttamento mascherato. E Villa Locatelli tiene gli occhi aperti.

PERCORSO DI TRANSIZIONE. Con la fine dell’anno scolastico e accademico, aumenta il numero dei tirocini attivati per i giovani e si riaccende il dibattito sull’utilità di questo strumento. Lo scopo del tirocinio deve consistere nell'aiutare i giovani nel percorso di transizione tra la scuola e il lavoro: sull’importanza delle regole che evitano un uso distorto dei cosiddetti stage. Sotto questo aspetto la Provincia di Lecco ha focalizzato la sua attenzione sulla serietà dei progetti formativi alla base dei tirocini svolti da giovani che abbiano conseguito un attestato di qualifica o un titolo di studio entro i 12 mesi precedenti.

RECIPROCO INVESTIMENTO. Per corrispondere alle "linee guida" di Villa Locatelli, gli stage devono essere finalizzati a favorire le scelte professionali e l’occupabilità dei giovani e possono avere una durata massima di 6 mesi. Perché esista per i giovani un’effettiva opportunità di formazione, orientamento e di inserimento in azienda e non lavoro gratuito, è importante che il tirocinio rappresenti un reciproco investimento tra il soggetto ospitante e il tirocinante, che sia garantito dalla presenza di un tutor aziendale e che si basi su un preciso percorso di apprendimento che deve essere definito nel piano formativo allegato alla convenzione di tirocinio.

CONTRATTI DI ASSUNZIONE. “Nel 2012  – spiega Luca Teti, assessore provinciale alla Sicurezza, Formazione, Istruzione, Università - abbiamo seguito l’attivazione di 190 tirocini presso enti e aziende serie e qualificate, che si sono conclusi nel 36% dei casi con un contratto di assunzione a tempo determinato o indeterminato. Si tratta di una percentuale elevata che testimonia la serietà delle convenzioni che vengono stipulate con i soggetti ospitanti. Mi preme sottolineare che solo il 5% dei tirocinanti non ha percepito alcun compenso, nel 22,1% dei casi i tirocinanti hanno ricevuto un rimborso mensile tra 300 e 500 euro mentre nel 63,9% dei casi il rimborso spese supera 500 euro lordi mensili”.

USI DISTORTI. “Purtroppo - conclude Teti - anche gli strumenti migliori come i tirocini si prestano a usi distorti che bisogna assolutamente contrastare. Come Provincia valutiamo attentamente la proposta di tirocinio e il relativo progetto formativo; siamo costantemente in contatto con la Direzione territoriale del lavoro e con l’Inail per un confronto sui casi dubbi che si presentano".

13 giugno 2013