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Fornero e il non-diritto al lavoro: nel Lecchese si crepa per vivere

Oliveto Lario - Il ministro Fornero, in una delle sue bizzarre uscite, aveva dichiarato che il lavoro non è un diritto e va guadagnato anche con il sacrificio. La morte del quarto operaio lecchese in dieci giorni giunge come ennesimo "sacrificio" sull'altare del mercato del lavoro italiano che offre situazioni precarie e i compensi più bassi a livello europeo.

GIOVANE MURATORE. L'ennesima morte sul lavoro che ha funestato la provincia di Lecco è avvenuta venerdì verso le mezzogiorno ad Onno, frazione di Oliveto Lario. La quarta vittima dalla fine di giugno è un giovane muratore rimasto ucciso in un cantiere edile di Onno, in via Aldo Moro. L'uomo, un 37enne del posto, è stato risucchiato da una macchina che l'ha dilaniato.

SCHIACCIATO IN DITTA. Purtroppo sono risultati inutili i soccorsi, nonostante l'intervento dell'elicottero del 118, dell'ambulanza, dei carabinieri e dei vigili del fuoco. Appena l'altro giorno era morto un altro lavoratore, un uomo di 45 anni, rimasto schiacciato in una ditta di via San Martino ad Abbadia Lariana.

PROTESTA DELLA CISL. Sullo stillicidio delle morti bianche nel Lecchese interviene Valerio Colleoni, segretario generale Cisl Lecco. "E' sempre più inaccettabile - afferma - dover prendere atto della sequela ininterrotta di infortuni mortali sul lavoro a Lecco. Quattro morti in poco più di dieci giorni è qualcosa che ci addolora profondamente, sgomenti, ma che nello stesso tempo non possiamo accettare". "E' necessario - conclude Colleoni - attivare velocemente un tavolo di valutazione e monitoraggio degli infortuni, con Inail, Asl, Associazioni datoriali e organizzazioni sindacali per rivalutare le  procedure di prevenzione degli infortuni e la loro efficacia".

7 luglio 2012