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Sangiorgio: “Edilizia ko ci vuole lo stato di crisi”

Lecco - "La richiesta, avanzata al Governo da parte di Ance, che venga decretato lo stato di crisi per il settore delle costruzioni ci vede al fianco del nostro presidente nazionale Paolo Buzzetti". Così il presidente dei costruttori lecchesi, Mario Sangiorgio, alla vigilia dell’apertura della Meci a Lariofiere, interviene sul tema della crisi che colpisce il settore dell'edilizia, protagonista della manifestazione erbese.

TREND NEGATIVO. "I dati relativi all’andamento dell’edilizia - continua - anche in provincia di Lecco parlano chiaro. Rispetto al periodo 2007/2008, in provincia di Lecco le ore di cassa integrazione lo scorso anno sono cresciute del 300% (312 mila contro 78 mila), mentre le ore lavorate si sono ridotte del 21%, passando da 7 milioni e 200 mila a 5 milioni e 700 mila (con quasi 1 milione e 500 mila ore lavorate in meno). Dal dicembre 2007 al dicembre 2011 le imprese iscritte sono passate da 959 a 800 (- 16,6%, con una diminuzione di 159 unità) e i lavoratori da 4.617 a 3.555 (-23%, con una diminuzione di 1.062 unità). E in questi primi mesi del 2012, pur non possedendo dati precisi, il trend negativo non accenna a cambiare”.

ULTERIORE RIDIMENSIONAMENTO. Il numero uno di Ance Lecco vede all'orizzonte una prospettiva poco confortante. “Le previsioni di Ance per quest’anno, sono improntate ad un ulteriore ridimensionamento dei livelli produttivi (-3,8% rispetto al 2011) – continua Sangiorgio –. Ciò significa che, in cinque anni, dal 2008 al 2012, il settore avrà perduto complessivamente il 24,1% in termini reali, riportandosi ai livelli di produzione di metà anni Novanta. Da un punto di vista dell’occupazione, dall’inizio della crisi ad oggi a livello nazionale si sono persi 250 mila posti di lavoro nelle sole costruzioni, che salgono a 380 mila se si considerano i settori collegati”.

PATTO DI STABILITA'. Il ritardo dei pagamenti della pubblica amministrazione si somma a un momento di tensione nel credito alle imprese. “Diventa indispensabile riformare il Patto di stabilità interno ed approvare la nuova direttiva europea sui ritardi di pagamento, così da ridurre i tempi di erogazione e accrescere le sanzioni per le pubbliche amministrazioni che pagano con ritardo. Ancora, è necessario che la pubblica amministrazione provveda con urgenza a certificare i crediti, per dar modo agli istituti bancario di attingere al fondo speciale di 2 miliardi messo a disposizione dalla Cassa depositi e prestiti per finanziare a costi inferiori di quelli di mercato operazioni pro-soluto sui crediti delle imprese”.

NEUTRALITA' DELL'IVA. Altro provvedimento di cui viene richiesta l’introduzione è la neutralità dell’Iva sugli immobili invenduti a causa della crisi: “Per le imprese, effettuare operazioni esenti da Iva, come la temporanea locazione delle abitazioni costruite e la cessione delle stesse dopo 5 anni dall’ultimazione dei lavori, comporta il danno che l’Iva diventa un vero e proprio elemento di costo. Occorre estendere l’applicazione dell’Iva su opzione a tutte le cessioni di abitazioni e alle locazioni di fabbricati residenziali costruiti per la vendita temporaneamente affittati al fine di garantire la neutralità dell’Iva nell’esercizio dell’attività edile, come per altro sancisce la stessa Unione europea”.

SOSTEGNO CONCRETO. “Ma soprattutto – conclude il presidente dei costruttori lecchesi – occorre una vera politica industriale di settore da parte del Governo, mentre a livello locale occorre un forte senso di responsabilità da parte degli amministratori nel ricercare insieme le strade per far ripartire il settore dell’edilizia. Ne è un esempio il tavolo provinciale sulla crisi dell’edilizia che sta muovendo i suoi primi passi. Da parte nostra noi non ci arrendiamo: crediamo che l’edilizia sia un settore dalle straordinarie potenzialità, che ha sempre dimostrato di saper trainare anche il resto dell’economia. Chiediamo per questo dalle istituzioni la giusta attenzione che meritiamo e un sostegno concreto per poterci rilanciare, certi che l’investimento nel mattone possa continuare a rappresentare quell’unica forma di investimento che nel tempo ha sempre saputo tenere”.

8 marzo 2012