Risistemato l'igloo sacro della Grignetta: "pietas" contro idiozia
Lecco (Lècch) - Gli incivili avevano lasciato il loro marchio di idiozia anche lì: l'igloo sacro in cima alla Grignetta e dedicato a Bruno Ferrario, che perse la vita sulla Nord Ovest del Pizzo Cassandra con Arnaldo Tizzoni, aveva subito danni e oltraggi. Un gesto di "pietas", da parte dei volontari del Cai e dei Ragni, ha consentito di portare a termine sabato 3 agosto i lavori di risistemazione.
Progettato dall’architetto Mario Cereghini, l’igloo fu costruito nei cantieri Badoni e venne inaugurato il 4 novembre 1968, non senza richiedere prima il superamento di diversi ostacoli per il suo posizionamento a quota 2184 metri.
“L’igloo è impropriamente definito un bivacco: si tratta di un luogo sacro, di una vera e propria cappella voluta dalla consorte di Ferrario in memoria del marito scomparso – evidenzia il presidente del Cai Lecco, Alberto Pirovano. Stante la sua collocazione, è poi evidente che resti a disposizione per eventuali emergenze e, da qui, l’equivoco. Tuttavia, indipendentemente dalla natura della costruzione, trovo inconcepibile che ci sia chi si permette di apportarvi volutamente danni. In questo caso ci siamo fatti carico di porvi rimedio con un’opera di risistemazione e ci auguriamo vivamente che, al di là del deterioramento fisiologico dovuto alle condizioni climatiche, non insorgano altri problemi, a fronte dei quali sarebbe da valutare il suo trasferimento”.
Rovinato da scritte, adesivi e recante danni di vario tipo, lo spazio è stato restaurato con il lavoro di alcuni mesi da parte dei volontari del Cai Lecco - Riccardo Cassin e del Gruppo Ragni. È infatti alla Sezione lecchese del Cai ed ai Maglioni Rossi che fa capo, da sempre la manutenzione dell’igloo che è al momento di proprietà del Cai Milano, anche se è attesa a breve la cessione formale al Cai Lecco.
“Si è trattato di un lavoro conservativo per il quale dobbiamo ringraziare, oltre ai numerosi volontari che hanno collaborato, anche il restauratore e Ragno Cesare Bugada - sottolinea ancora Alberto Pirovano. Fortunatamente, è stato possibile recuperare una buona parte dei rivestimenti interni, anche se su alcuni pannelli sono purtroppo rimasti gli sfregi causati da chi in questi anni non ha saputo portare a questo luogo il rispetto che merita. Anche per il pavimento si è potuta recuperare la parte strutturale, mentre è stata sostituita la parte di rivestimento superficiale. Inoltre si è proceduto alla sigillatura laddove erano presenti infiltrazioni”.
In particolare, oltre a Alberto Pirovano e Cesare Bugada, hanno collaborato Mario Conti, Ciccio Locatelli, Daniele Bianchi e Luca Bergami.
5 agosto 2019