Il coordinatore del Fli sul dirigente omosex e la maschia eredità del Msi
Buongiorno, scrivo in risposta a tal "P.U." di cui avete pubblicato un commento riguardo al direttivo di Fli Lecco. Sono piuttosto sbalordito che un giovane direttivo politico (età media dei componenti intorno ai 35 anni) possa essere anche lontanamente paragonato a "persone nate e svezzate politicamente in quel Movimento sociale italiano..." e per cui non parrebbe logico, stando a quanto dice P.U., che in tale gruppo dirigente vi sia Luca Maggioni (vice presidente nazionale di GayLib). Ancora più allibito quando leggo che Gianfranco Fini - che per la precisione è la terza carica dello Stato in quanto Presidente della Camera - viene definito come "quello che sta con la Tulliani".
Premetto subito che nè io nè il mio gruppo siamo ancorati alle improponibili logiche politiche del ventennio, in più posso confermare che non solo Fli Lecco esiste, ma che abbiamo anche diversi consiglieri comunali sparsi in varie pubbliche amministrazioni della Provincia. Per quanto riguarda Luca Maggioni personalmente lo ritengo una delle persone più leali e politicamente compenti che io conosca. Auguro al caro P.U., viste le imminenti festività natalizie, di trovare una maggiore serenità. Ringrazio da subito per lo spazio che concedete alla mia veloce replica.
Enrico Castelnuovo
(Coord. provinciale Fli Lecco)
Egr. sig. Castelnuovo, la sua replica mi dà modo di rispondere anche al signor P. U. A ben vedere mi pare che quest'ultimo non si riferisse precisamente al "giovane direttivo" del Fli lecchese scrivendo di "persone nate e svezzate politicamente in quel Movimento sociale italiano di maschia impronta fascista". Credo proprio che intendesse gli esponenti di vertice del suo partito, a cominciare dal citato Gianfranco Fini, il quale fu a capo del Msi e contese la poltrona di segretario a un personaggio come Pino Rauti.
Il Movimento sociale italiano, come è noto, venne organizzato in carcere dagli irridicibili della Repubblica sociale italiana, continuatori dell'ideologia fascista e nazionalsocialista, oggettivamente poco propensa alla tolleranza dell'omosessualità. Comprendo, dunque, lo stupore del lettore P. U. nell'apprendere che a Lecco il partito di Fini (nato dalle ceneri di An, a sua volta da quelle del Msi, cioè della Rsi) abbia per dirigente un omosessuale; di più, un assertore di tale pratica.
Al tempo stesso, signor Castelnuovo, capisco il suo disappunto nel vedere sbrigativamente liquidato il proprio leader come "quello che sta con la Tulliani". Giustamente, lei sottolinea che si tratta pur sempre del presidente della Camera. Però, credo che il lettore non intendesse sottostimare le qualità del sig. Fini: se ho ben compreso la mentalità di P. U., per lui il fatto di stare con una bella ragazza è certamente più significativo che ricoprire una carica nel parlamento italiano.
G. F.
Vedi anche: la lettera del lettore P.U.
27 dicembre 2011