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Calolzio, “scandalo” al Lavello? «Matrimoni gay in monastero»

Calolziocorte (Calòls) - Nuova bufera per Cesare Valsecchi e i suoi: questa volta a infuriarsi non sono i genitori ma i credenti di Calolzio, sostenuti dalla Lega Nord, per la paventata apertura del Monastero del Lavello alle unioni omo e lesbo. Ma, sul fronte opposto, si scatena anche la Casa delle Sinistre dopo che la maggioranza avrebbe tentato la marcia indietro.

DANNI. «Ennesimo pasticcio della giunta Valsecchi che - tuona Flavio Nogara, segretario provinciale del Carroccio - sembra non sappia nemmeno ciò che vota e così facendo fa danni! Ora il sindaco e la giunta ci dicano chiaramente se al Monastero del Lavello è possibile o meno celebrare “unioni civili” tra persone dello stesso sesso».

LA FONDAZIONE. «Se così fosse - prosegue - la reputo una decisione assurda e assolutamente fuori luogo! Un’offesa per un luogo di storia e di cultura ma soprattutto per il valore religioso di secolare fede cattolica. Se non mi meraviglia la scelta di una giunta Pd, mi meraviglia il favore della Fondazione del Lavello che dovrebbe prima di tutto salvaguardare la storia e la tradizione del luogo».

CHETICHELLA. Consentendo i matrimoni civili, che per la Chiesa sono comunque un "concubinato", al monastero sarebbero passati alla chetichella anche quelli omosex, sottolinea Nogara citando il comma 20 dell’art. 1 della legge 76/2016: «Vorrei ricordare la legge voluta dal Governo Renzi: stabilisce che le disposizioni applicabili al matrimonio si applicano anche alle unioni civili, ergo se al Monastero del Lavello si rende possibile la celebrazione di matrimoni civili, si rende possibile anche la celebrazione di unioni di coppie dello stesso sesso. A questo punto, la Lega Nord, ma penso tutti i calolziesi, vuole sapere come la giunta intende porre rimedio e se intende consentire o no la celebrazione di “unioni civili” al Monastero del Lavello».

CAPOGRUPPO. E qui il pasticcio si complica, perchè secondo La Casa delle Sinistre vi sarebbe stato un tentativo di marcia indietro che il gruppo consiliare stigmatizza duramente: «Apprendiamo con stupore - si legge in un comunicato - le parole del neocapogruppo di maggioranza, Paolo Autelitano, apparse in un articolo con cui afferma che la decisione assunta dalla stessa maggioranza di far celebrare matrimoni civili, in una sala del chiostro del monastero del Lavello, riguarderebbe solo i matrimoni civili non per le unioni civili».

DISCRIMINAZIONE. «A parte rilevare la grande confusione - conclude La Casa delle Sinistre - che ormai regna da quasi due anni nella maggioranza, se le affermazioni del capogruppo fossero vere rappresenterebbero una grave discriminazione totalmente difformi ai principi introdotti dalla legge cosiddetta "Cirinnà", per altro promossa dal Partito democratico. Ci auguriamo non sia così altrimenti saremo costretti a intraprendere tutte le possibili azioni, anche dinanzi al Tar, al fine di tutelare i diritti legalmente riconosciuti delle unioni civili».

29 gennaio 2017