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Lecco, protesta contro la manovra Scioperi di treni, banche e scuola

Lecco - Discreta partecipazione lecchese alla protesta contro la manovra del governo Monti, la cosiddetta "sbanca Italia". Nell'ambito del lunedì di sciopero, lavoratori metalmeccanici hanno manifestato davanti alla sede di Confindustria, in via Caprera, dalle 14,30.

SLOGAN E STRISCIONI. Al sit-in sotto gli Industriali ha fatto seguito il corteo che si è diretto, tra slogan e striscioni, in piazza XX Settembre. Qui hanno preso la parola esponenti sindacali. L'agitazione era condivisa da diverse sigle sindacali di svariata ispirazione politica, dalla Cgil, Cisl e Uil, al Sin.pa, all'Ugl.

PROSSIMI SCIOPERI. E continuerà per tutta la settimana la mobilitazione contro le misure del governo tecnico, sostenuto da un ampio schieramento che va da Bersani a Berlusconi passando per Di Pietro: giovedì 15 e venerdì 16 dicembre fermi treni, mezzi pubblici e aerei per il ripristino dei fondi sul trasporto pubblico locale e ferroviario e per il rinnovo del contratto nazionale. Venerdì 16 dicembre, invece, incroceranno le braccia i dipendenti delle banche. Lezioni "corte" lunedì 19 per l'astenzione dal lavoro dei dipendenti della funzione pubblica: gli insegnanti sciopereranno nell'ultima ora.

LE MOTIVAZIONI. Vittorio Colledoni, segretario generale Cisl di Lecco, spiega così alcune ragioni della protesta: "Con la manovra del governo tecnico il peso che si è abbattuto su lavoratori e pensionati è davvero enorme. Le pensioni in Italia sono per la gran parte sotto i 1500 euro al mese, e crescono con l'integrazione periodica che riconosce l'inflazione registrata. La prima decisione del governo è stata di togliere questa integrazione (indicizzazione) alle pensioni oltre la minima, corretta poi a 2 volte la minima ed ora, dopo le proteste dei pensionati si sta arrivando a includere il riconoscimento per pensioni fino a 1400 euro, sapendo che chi salta questo adeguamento economico lo perde per sempre".

ARRIVARE A 70 ANNI. "L'altra pesante ricaduta - continua - è stata l'allungamento della vita lavorativa per chi è prossimo alla pensione. A ciò si aggiunge anche una penalizzazione del 2% del trattamento economico (sistema retributivo) per gli anni di anticipo al pensionamento rispetto ai 62". "Per i giovani e i lavoratori con il sistema contributivo, si prevede l'adeguamento alla speranza di vita con un graduale innalzamento a 66 anni per le donne, e da subito per gli uomini: in prospettiva si potrà-dovrà arrivare a 70 anni. L'altro intervento forte dell'anticipo dell'Imu, la nuova tassa comunale, comprendendo la tassazione sulla prima casa (Ici), con meccanismi che - conclude Colleoni - non sono sufficientemente graduali nel far pagare a chi ha e nel non penalizzare ulteriormente lavoratori e pensionati con la casa di proprietà in cui vivono".

13 dicembre 2011