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Pd, Lega e Ncd in campo per la König

Molteno (Mültée) – Lega, Pd e Ncd in campo per salvare il posto di lavoro ai dipendenti della König di Molteno, minacciati dalla delocalizzazione dell'azienda di catene da neve. L’attuale proprietà austriaca Pewag ha annunciato, il 29 aprile scorso, l’esubero di 106 lavoratori. Questa mattina l’audizione alla commissione Attività produttive della Regione Lombardia.

TANTI SOLDI. «Se la König-Pewag ha soldi a disposizione per agevolare l’uscita dei 106 dipendenti che considera in esubero (e tanti, come ha dichiarato poco fa l’amministratore delegato Giovanni Zancopè), allora li metta subito a disposizione per fare marcia indietro e riconvertire la struttura di Molteno», ha dichiarato il consigliere regionale Mauro Piazza, durante l'audizione.

RICONVERSIONE. «Da parte sua - ha garantito Piazza - la Regione farà la propria parte e metterà in campo le risorse e gli strumenti di cui dispone, tra cui gli accordi di competitività, per agevolare un percorso che reputo possibile e che può portare a mantenere la produzione industriale». Per il consigliere lecchese «è solo una questione di volontà da parte di Konig-Pewag a mantenere l’attività industriale o a essere disponibili a una riconversione. La Regione Lombardia e le altre istituzioni territoriali ci sono e sono pronte a fare la loro parte».

LE TRATTATIVE. Di fronte alla volontà dell'azienda di spostare la produzione nella Repubblica Ceca, anche il consigliere Pd Raffaele Straniero, nel corso dell'audizione, ha ribadito l'importanza di continuare le trattative e il confronto tra proprietà e lavoratori. «Credo che il Consiglio Regionale non debba fermarsi qui – ha dichiarato - . Serve infatti attivare tutti gli strumenti che la Regione ha a disposizione sulla base della legge sulla competitività per trovare ancora dei varchi e degli spiragli sui quali è bene lavorare ancora. Mi unisco all'appello dei colleghi per chiedere all'azienda di non aprire ancora la procedura di licenziamento, come ha fatto sinora e continuare la trattativa nella logica di una riorganizzazione del lavoro piuttosto che dell'abbandono definitivo della produzione».

IL TAVOLO. E mentre dalla Regione si chiede l'apertura di un tavolo ministeriale, il Governo centrale viene sollecitato anche dal senatore Paolo Arrigoni che, nei giorni scorsi, ha presentato un'interrogazione. «E' di tutta evidenza - si legge nel documento - che la decisione della proprietà austriaca di chiudere la sede lecchese e portare l’azienda in Carinzia e nella Repubblica Ceca, lasciando in Brianza solo alcuni uffici, è dettata non già dalla contingente situazione di crisi economica dello stabilimento che peraltro opera in un settore non in crisi, bensì da una precisa strategia aziendale di delocalizzare. L'eccessiva burocrazia, l'alto livello di tassazione e l'elevato costo dell'energia che impattano negativamente sul costo del lavoro delle nostre imprese sono certamente elementi che hanno determinato questa drastica e pessima scelta».

19 maggio 2016