I profughi che annegano sono l'emergenza, eppure ogni anno 5.000 italiani crepano per campare
Lecco (Lècch) - C'è molto di folle in questo assalto al Belpaese, oggetto del desiderio di milioni di stranieri di ogni latitudine e condizione sociale. La prima assurdità sta nel fatto che, in realtà, nell'angusta lingua di terra italica, spazio non ce n'è.
GEREMIADE. Per quanto si subisca la quotidiana geremiade sullo "spopolamento" italiano dovuto al decremento della natalità, lo stivale resta sovraffollato. La popolazione italiana è passata dalle 18.600.000 anime del 1861, data della cosiddetta unità nazionale, ai 62.000.000 del 2011. Il numero degli abitanti, dunque, è più che triplicato, ma lo spazio vitale è rimasto sempre lo stesso: inquinamento, traffico, disoccupazione, carenza di alloggi, marginalizzazione dei giovani, basso livello dei servizi assistenziali, sfondamento del budget della spesa sociale sono le conseguenze di questa sovrappopolazione.
DENSITA'. La densità di popolazione italiana è più che doppia rispetto a quella di un gran un gran numero di nazioni, dalla Francia alla Cina, dalla Turchia all'Egitto. Ed è 7 volte superiore a quella degli Usa, almeno 20 volte quella della Russia... Ma tant'è. Si continua a raccontare che l'Italia si sta spopolando e che occorrono gli extracomunitari per riempirla.
FUORVIANTE. Ma la propaganda più fuorviante è quella rivolta agli stranieri per convincerli a tentare il terno al lotto, trasformandosi in profughi o clandestini per contribuire alla realizzazione del progetto ideologico del grande calderone globalizzato: a chi approda sullo Stivale verranno risparmiate angustie economiche, sarà un privilegiato sollevato dalla lotta per l'esistenza.
LA STRAGE. Alcune cifre dimostrano quanto sia surreale (o scandalosa) questa promessa. Gli italiani, infatti, combattono e crepano ogni giorno per portare a casa il pane quotidiano. Ogni anno ammontano a oltre 1.000 le morti causate da incidenti sul lavoro, a cui si aggiungono altri 1.500 lavoratori uccisi da malattie strettamente connesse alla professione. Nello stesso arco di tempo sono oltre 3.000 le vittime di incidenti stradali, in gran parte accaduti nel corso degli spostamenti per recarsi in fabbrica o in ufficio.
GRANDI PRETESE. Una strage di circa 5.000 cittadini che muoiono per poter vivere, un massacro silenzioso che non muove né la Marina né l'Esercito, non strappa parole infuocate a Papa Francesco, non solleva il coro parolaio dei politici, non suscita il piagnisteo dei buonisti in servizio permanente effettivo. Ogni giorno tanti italiani muoiono e sputano sangue, anche per mantenere certi ultimi arrivati che accampano grandi pretese: sarebbe meglio farglielo sapere a quei sedicenti profughi che rovesciano il cibo per strada e sfasciano gli alloggi dove sono accolti.
Giulio Ferrari
26 ottobre 2015