Disoccupazione, Renzi si fa bello. Intanto il carovita uccide il Nord
Lecco (Lècch) - Grande successo del Job act: così Matteo Renzi ha salutato il calo dello 0,5% della disoccupazione registrato a luglio. In realtà, un effetto dell'incremento turistico nelle località marinare, col contorno di impieghi estivi. Il dato Istat che, invece, il premier tace è il carovita nelle Regioni del Nord: lo stesso carrello della spesa costa 831 euro mensili in più rispetto al Sud.
MEZZO PUNTO. Il capo del governo piddino si fa bello su tutti i media esultando per il dato Istat di luglio, che attesta un decremento di mezzo punto della disoccupazione, rimasta comunque al di sopra del 12%. Dell'effetto "mare" ha beneficiato soprattutto il Sud, con una infornata di assunzioni a tempo determinato nel comparto turistico-alberghiero.
ENORME DIVARIO. In Lombardia, nel frattempo, l'istituto di rilevazioni demoscopiche evidenzia altri dati: l'enorme divario del costo della vita tra Mezzogiorno e Settentrione. «Il caro vita al Nord penalizza i nostri cittadini e dimostra che la battaglia per l’autonomia della Lombardia deve essere abbracciata da tutti. Queste ingiustizie vanno risolte», denuncia il vicepresidente del Consiglio regionale della Lombardia Fabrizio Cecchetti (Lega Nord) commentando i dati Istat che evidenziano il caro-spesa nelle Regioni del Nord: 831 euro mensili in più rispetto a quelle del Sud.
CARRELLO PESANTE. «L’Istat – rileva Cecchetti – ci dice che la Lombardia è la seconda Regione italiana più cara. Il carrello da noi alla cassa risulta più “pesante” che nel meridione e questo è un dato che deve cambiare. Non è giusto infatti che chi prende le stesse pensioni o gli stessi stipendi da Nord a Sud debba poi fronteggiare un costo della vita più alto. Questo è l’ennesimo motivo per partecipare alla battaglia sul referendum voluto dalla Regione per chiedere se i nostri cittadini vogliono più autonomia e, con essa, maggiori disponibilità finanziarie. Occorre fare un fronte comune per trattenere parte delle risorse dei lombardi che finiscono ogni anno a Roma, circa 50 miliardi di euro».
1 settembre 2015