Massacri comunisti: Lecco ricorda le Foibe
Lecco (Lècch) - Il sindaco di Lecco, Virginio Brivio, e il presidente della Provincia, Flavio Polano, entrambi del Pd, ricordano le migliaia di civili (in larga parte donne e bambini) trucidati dai partigiani comunisti del maresciallo Tito tra il 1943 e il 1947. «Abbiamo la responsabilità di non dimenticare - affermano in un comunicato congiunto -, altrimenti saremmo complici di chi ha commesso queste atrocità».
LA CERIMONIA. Martedì 10 febbraio alle ore 18.15 si terrà la cerimonia commemorativa organizzata da Provincia e Comune di Lecco in occasione del Giorno del Ricordo, istituito con la Legge 92 del 30 marzo 2004 in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata.
FIACCOLATA. Questo il programma della manifestazione, organizzata in collaborazione le associazioni “Comitato 10 febbraio” e “Comunità lecchese esuli giuliano-dalmati”: ritrovo in piazza Diaz a Lecco, partenza della fiaccolata per Riva Martiri delle Foibe, interventi delle autorità, deposizione dell'omaggio floreale. Per molti anni la faziosità politica impedì il riconoscimento pubblico di quel genocidio, ed ancora oggi esistono nostalgici di quegli orrori, episodi di contraffazione della verità storica e falsità giustificazioniste: a Lecco la targa di Riva Martiri delle Foibe è stata più volte bersaglio di teppismo.
GETTATI VIVI. Le foibe sono cavità naturali, pozzi profondissimi tipici dell'altopiano carsico. Specialmente alla fine della Seconda guerra mondiale i partigiani slavi vi gettarono vive migliaia di persone (infoibati) il cui numero resta imprecisato, poichè il recupero delle salme in molti casi è risultato impossibile. Gli italiani rastrellati dagli slavi vennero sottoposti a sevizie e torture senza pari: donne e bambine furono sistematicamente violentate e brutalizzate, come risulta da cadaveri recuperati sui quali vennero trovate picche di legno conficcate nei genitali.
ORRENDA AGONIA. Ancora vive, le vittime erano legate tra loro col fil di ferro ai polsi e scaraventate in gruppo nelle foibe. Alcuni, seppur gravemente feriti, sopravvivevano per giorni di orribile agonia sopra i cadaveri dei loro compagni di sventura. Il colonnello inglese De Gaston, responsabile del Patriots Office britannico, quantificò in circa 10mila i soli infoibati, metà di questi donne e bambini, ma il numero appare ampiamente sottostimato e oggi le associazioni giuliano-dalmate parlano di circa 20mila innocenti eliminati nella pulizia etnica dei partigiani titini.
Nella foto-galleria: Flavio Polano, cadaveri recuperati dalle foibe e un manifesto commemorativo.
6 febbraio 2015