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Addio al Pioverna: la Valsassina perde la storica voce del territorio

Introbio (Intröbi) - Caro direttore, colpisce la notizia della chiusura del mensile della Valsassina, Il Pioverna, quasi come quella della scomparsa di un amico caro, la fine di una voce, magari a volte poco significativa e persino afona, ma sempre presente, che ha accompagnato per molti anni i valsassinesi.

Perchè il giornalino fondato 30 anni fa dagli amici Riccardo Benedetti e Giampiero Goggi, in quel di Cortenova, era diventato fin  da quasi subito l'unica voce dell'intero territorio valsassinese, una presenza costante e continua. Avevo collaborato fin dagli anni '90 alla gestione del giornale guidato da Paolo Cagnotto (per me il periodo migliore nella storia del giornale) quando portavamo il Pioverna, ancora in versione gratuita, in Sagra.

Per gli ottimi ricordi che ne avevo allora ho accettato, giusto dieci anni fa (fine 2004) di lavorarvi ancora come vicedirettore, sotto la gestione di Caterina Bellati (una critica d'arte proveniente da Premana) per rilanciarlo dopo la disastrosa vendita (con fortissime polemiche annesse) e riduzione a un mero bollettino di Partito (Forza Italia, di Bruno Colombo). Per tre anni abbiamo cercato di risalire, molto faticosamente, la china (in quegli anni mi sono guadagnato il tesserino di Giornalista, di cui sarò sempre grato al Pioverna).

Certo molti errori sono stati commessi. Impossibile fare un confronto con i giornali online di oggi, quelli che probabilmente hanno decretato la sua fine, come la crisi di molti altri giornali stampati in Italia. Un conto è intervenire sulla notizia in diretta o quasi, un conto un mese o una settimana dopo. Sulla cronaca (compreso lo Sport) o sull'attualità non può esserci concorrenza.

Poteva invece esserci uno spazio se, come sanno bene molti giornalisti della carta stampata, il giornale fosse diventato uno spazio di riflessione, di approfondimento, insomma un giornale non di opinione ma di opinioni (e su questo fronte io vedrei una possibilità di ripresa). Molti errori probabilmente sono stati commessi: i valsassinesi non hanno mai digerito questa anomala incombenza del “Lago” (che aveva già i suoi mezzi di comunicazione), si poteva puntare di più sulla qualità: la gestione della Bellati non era male da questo punto di vista, avevamo coinvolto parecchi nuovi redattori e ricontattato quelli vecchi, tra cui lo stesso Goggi.

Puntare insomma non solo sull'aspetto pubblicitario (su cui Alfredo Polvara e Lillo Murena sono da sempre imbattibili, a Lecco) ma migliorare la qualità del giornale e l'approfondimento, con opinioni qualificate. Questa è probabilmente la prima caratteristica se oggi si vuole salvare la carta stampata (e forse neanche basta). Auguri per la ripresa del Pioverna: “due volte nella polvere....”

Enrico Baroncelli

14 dicembre 2014