Ergastolo, se Papa Francesco pensa alla detenzione e non alla salvezza
Lecco (Lècch) - Caro direttore, questo Bergoglio ha proprio stufato. La sua ultima uscita sull'equiparazione di ergastolo e pena di morte è davvero assurda e non è degna di un Papa.
Bergoglio ha detto che l'ergastolo è una pena di morte mascherata. A parte la sua ignoranza in materia, visto che in Italia la pena dell'ergastolo corrisponde a 30 anni di detenzione, mi chiedo perchè mai un Papa debba impicciarsi di questioni relative all'amministrazione giudiziaria. Chi viene condannato all'ergastolo è colpevole di crimini orribili, quindi Papa Francesco, se vuole fare il Papa, se avesse carità cristiana, dovrebbe preoccuparsi di convertire al bene simili criminali, di far loro provare pentimento per i delitti, e i peccati, orrendi che hanno compiuto e che li hanno fatti decadere allo status di bestie.
Se Bergoglio avesse veramente a cuore questi disgraziati, dovrebbe suscitare in loro il timore di Dio che non hanno avuto, parlare della giustizia divina, del fuoco eterno dell'inferno. Invece questo Papa Francesco si preoccupa che costoro siano a proprio agio e che abbiano ancora un futuro terreno, senza spendere una parola sul solo futuro a cui dovrebbe tenere un Papa, anzi, qualsiasi cristiano. E pensiamo anche ai familiari delle vittime, che hanno diritto a una giustizia proporzionata alla sofferenza subita, tanto è vero che la Chiesa cattolica ha sempre ritenuto lecita anche la pena di morte, perchè il comandamento del "non uccidere" riguarda il diritto alla vita dell'innocente, quegli stessi innocenti che sono vittime di chi Papa Francesco difende. E' proprio vero: non c'è più religione.
Paolo Riva
24 ottobre 2014