L'obbrobrio di Lecco scritto nelle Lamentazioni del profeta Geremia
Lecco (Lècch) - Caro direttore, leggendo nella Sacra Bibbia le Lamentazioni del profeta Geremia non ho potuto fare a meno di pensare alla nostra città, a questa insensata Babele di uomini e non uomini, dove dilaga la corruzione e, con il tradimento della vera religione, scompare ogni senso ordinato dell'esistenza.
Nulla più ci appartiene e niente ci sostiene, in questo caos inconcludente, nel quotidiano calderone di genti sradicate, vili pulsioni e povertà di sogni. Che le Lamentazioni, che qui sotto riporto dalla Bibbia della Cei, siano la voce della nostra gente.
Lamentazioni
1 Ricordati, Signore, di quanto ci è accaduto,
guarda e considera il nostro obbrobrio.
2 La nostra eredità è passata a stranieri,
le nostre case a estranei.
3 Orfani siam diventati, senza padre;
le nostre madri come vedove.
4 L'acqua nostra beviamo a pagamento,
la nostra legna si acquista col denaro.
5 Con un giogo sul collo siamo perseguitati
siamo sfiniti, non c'è per noi riposo.
6 All'Egitto abbiamo teso la mano,
all'Assiria per saziarci di pane.
7 I nostri padri peccarono e non sono più,
noi portiamo la pena delle loro iniquità.
8 Schiavi comandano su di noi,
non c'è chi ci liberi dalle loro mani.
9 A rischio della nostra vita ci procuriamo il pane
davanti alla spada nel deserto.
10 La nostra pelle si è fatta bruciante come un forno
a causa degli ardori della fame.
11 Han disonorato le donne in Sion,
le vergini nelle città di Giuda.
12 I capi sono stati impiccati dalle loro mani,
i volti degli anziani non sono stati rispettati.
13 I giovani han girato la mola;
i ragazzi son caduti sotto il peso della legna.
14 Gli anziani hanno disertato la porta,
i giovani i loro strumenti a corda.
15 La gioia si è spenta nei nostri cuori,
si è mutata in lutto la nostra danza.
16 È caduta la corona dalla nostra testa;
guai a noi, perché abbiamo peccato!
17 Per questo è diventato mesto il nostro cuore,
per tali cose si sono annebbiati i nostri occhi:
18 perché il monte di Sion è desolato;
le volpi vi scorrazzano.
19 Ma tu, Signore, rimani per sempre,
il tuo trono di generazione in generazione.
20 Perché ci vuoi dimenticare per sempre?
Ci vuoi abbandonare per lunghi giorni?
21 Facci ritornare a te, Signore, e noi ritorneremo;
rinnova i nostri giorni come in antico,
22 poiché non ci hai rigettati per sempre,
né senza limite sei sdegnato contro di noi.
Con i più cordiali saluti.
Laura Villa
14 settembre 2014