Israele e la “shoah” dei palestinesi: quando la storia non insegna nulla
Lecco (Lècch) - Caro direttore, l'esercito dello Stato ebraico sta massacrando il popolo palestinese che, lo ricordo per gli ecumenici cattocomunisti di casa nostra, non è composto solo dai loro amatissimi mussulmani ma anche dai dimenticati fratelli cristiani (seppure minoranza).
I bombardamenti e i cannoneggiamenti su case, scuole e ospedali stanno portando alla soglia delle duemila il numero delle vittime innocenti di questo ultimo attacco israeliano, quasi al 90% si tratta di innocui civili, in massima parte donne e bambini. E' questa la "shoah" dei palestinesi, costretti a vivere in un lager a cielo aperto da quando, nel '47, reparti armati di ebrei sionisti, immigrati dall'Occidente, sono diventati padroni a casa loro, sloggiando gli inglesi del protettorato anche con stragi e sanguinosi attentati come il terribile massacro dell'Hotel King David, quartier generale britannico, che fece un centinaio di vittime. Chi erano, allora, i terroristi?
Oggi prosegue la sistematica eliminazione di un popolo chiuso in una riserva, a cui viene espropriata persino l'acqua, controllata "a monte" da Israele, e impedita ogni potenzialità di sviluppo, per farne braccia di lavoro da impiegare nelle fabbriche israeliane con un pendolarismo da deportati, quotidianamente sottoposto a umiliazioni e vessazioni. Intanto continua la quotidiana e brutale espansione dei cosiddetti coloni ebraici nelle terre palestinesi, a cui ogni tanto qualche gruppo della resistenza risponde, come ritorsione, sparando razzi di poco o nullo effetto su Israele.
Proprio quei razzi che sono serviti di pretesto per l'attuale ed ennesimo massacro di bambini palestinesi. Per fermare la shoa dei palestinesi nessuno alza un dito, non partono sanzioni nè spedizioni militari, ma quel che più rattrista è constatare che si enfatizza e si celebra la shoa compiuta dai tedeschi ma la storia non insegna mai nulla e gli uomini continuano ad essere le bestie peggiori.
Piero Corti
2 agosto 2014