Israele compie un genocidio: sono civili l'80% dei palestinesi uccisi
Merate (Meraa) - Egregio direttore, da quando lo Stato di Israele ha dichiarato unilateralmente la propria costituzione nelle terre palestinesi nel 1948, ha da subito perpetrato politiche di aggressione e oppressione contro gli arabi musulmani e cristiani.
Da allora milioni di rifugiati palestinesi vivono in campi profughi senza alcun diritto: Israele ha impedito la costituzione di uno Stato Palestinese violando sistematicamente tutte le risoluzioni ONU, distruggendo interi villaggi, istituendo colonie ebraiche in Cisgiordania, erodendo e frammentando il territorio palestinese con la costruzione di frontiere murate oltre i confini prestabiliti, controllando le risorse idriche ed energetiche e impedendo la circolazione di merci e persone.
Lo Stato di Israele è forte dell’appoggio economico e militare dell’occidente, mentre i palestinesi sono stati privati dell’esercito e delle risorse fondamentali. Oltre a ciò i palestinesi subiscono ogni giorno soprusi di ogni genere, retate, sparatorie, arresti sommari, controlli ingiustificati, pestaggi, espropriazione di terre e di mezzi, bombardamenti, occupazioni militari, persino la chiusura arbitraria di strade di accesso a scuole e ospedali.
Questo conflitto è impari, e non è corretto definirlo guerra: da una parte un esercito ben equipaggiato e tecnologicamente avanzato, dall’altra bande di resistenti armati alla bell’e meglio. Si chiama genocidio! Israele non ha nessuna intenzione di combattere il terrorismo, prova ne è che più dell’80% delle vittime dei bombardamenti sono civili. Israele ha il preciso scopo di annientare il popolo palestinese e annettere finalmente tutto il territorio che ritiene suo di diritto, a qualunque costo. In questo ultimo conflitto sono già morti 200 palestinesi, tra Gaza e la Cisgiordania, mentre gli Israeliani hanno pianto la morte di 3 coloni, del cui omicidio peraltro ancora non sono chiare le cause. Un bilancio che non ammette equidistanze!
L’Italia deve cessare ogni relazione diplomatica ed economica con Israele e soprattutto stralciare gli accordi di forniture militari per i quali il nostro Paese è, di fatto, corresponsabile del genocidio palestinese, finché Israele non si ritiri entro i confini assegnati dall’ONU nel 1947. L’Unione Europea deve pretendere da Israele il rispetto e l’adempimento di tutte le risoluzioni ONU, tra cui il rimpatrio dei palestinesi nelle loro terre.
Fino a quando ai palestinesi non verranno riconosciuti i loro innegabili diritti, essi non possono che essere giustificati e legittimati a difendersi con ogni mezzo, esattamente come ogni popolo invaso e oppresso da forze straniere. Il Circolo del Meratese del Partito della Rifondazione Comunista aderisce al presidio a Lecco, sabato 19 nel pomeriggio in piazza Garibaldi per la fine della repressione israeliana ai danni della popolazione palestinese.
Marco Nebuloni
(Circolo del Meratese del Prc)
16 luglio 2014