Invia articolo Stampa articolo
Nel Lecchese genitori impazziti: difendono i figli contro i professori

Lecco (Lècch) - Egregio direttore, quest'anno mi è accaduto di assistere o di venire a conoscenza di alcuni episodi che non esisto a definire vergognosi. Si tratta di genitori che aggrediscono verbalmente gli insegnanti, colpevoli, a loro giudizio, di non aver promosso i loro meritevolissimi e sapientissimi figli.

Che questi fossero dei tempi alla rovescia, le persone sane lo avevano già capito. Nel municipio di Lecco si "sposano" gli uomini con uomini e le donne con donne; il partito dei sindaci che vanno in galera stravince le elezioni; gli stranieri vengono trattati da signori e i padroni di casa spremuti e sbeffeggiati; c'è una classe politica che certo non brilla per onestà e competenza e i cittadini la pagano a peso d'oro; si spremono i contribuenti per salvare le banche che causano le crisi, eccetera eccetera... Una società impazzita e l'ultima follia è quella dei genitori che difendono a spada tratta i loro figli somari.

Quest'anno si sono rotti gli ultimi indugi: gli insegnanti vengono affrontati da genitori che pretendono spiegazioni: come avete osato bocciare il mio bambino che è così bravo? Ho saputo di tanti casi del genere e sono davvero sconcertato. Se da ragazzo portavo a casa una pagella con qualche insufficienza... mio padre non se la prendeva certo con gli insegnanti, ma con me... ed erano letteralmente dolori!

Così ho imparato ad assumermi le mie responsabilità e ad affrontarne le conseguenze, senza cercare scuse, senza attribuire ad altri i miei fallimenti. Questo significa che la scuola mi è servita, non tanto al pezzo di carta, ma a diventare uomo! Invece, questi poveracci di ragazzi, privati della loro personale dignità da genitori zelanti e protettivi, saranno sempre dei falliti senza attributi maschili: anche se riusciranno ad avere una sedia sotto il sedere in virtù del diploma, davanti alle difficoltà, si squaglieranno come neve al sole o si comporteranno da vigliacchi, scegliendo la strada più comoda e perdendo, così, ogni stima di sé.

Luca Lafranconi

17 giugno 2014