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Radio Marconi come definisce quei partigiani che uccidevano i preti?

Lecco (Lècch) - Gentile direttore, questa mattina Radio Marconi, radio della Curia Ambrosiana, ha commentato un articolo, mi pare de "il Giornale", dove si informava delle perplessità del centrodestra milanese circa l'iniziativa che porterà gli studenti delle scuole comunali sulle tombe dei caduti della Resistenza.

Dal centrodestra si esprime timore per gli effetti che può comportare sugli alunni una iniziativa facilmente strumentalizzabile da insegnanti politicizzati, e che considera degni di pietà i caduti di una sola parte. Il collaboratore di Radio Marconi ha sentenziato che "da una parte c'era chi combatteva per la libertà e dall'altra c'erano i carnefici". Siccome non ho ben compreso il senso della sua affermazione, vorrei chiedere a questo signore dove ritiene che militassero gli uni e dove gli altri.

Vorrei sapere dove vanno collocati, per Radio Marconi, i feroci assassini del 15enne seminarista Rolando Rivi, recentemente fatto Beato perchè ucciso da partigiani comunisti in odio alla fede: costoro appartengono o no alla parte politica dei carnefici? E così, Radio Marconi ci dica se vanno considerati come appartenenti alla parte politica dei carnefici anche gli assassini degli oltre 130 sacerdoti massacrati sistematicamente dai partigiani comunisti, uccisi, e spesso orrendamente seviziati, in nome dell'atesimo marxista durante la guerra civile.

Mi limito ai preti, categoria verso la quale Radio Marconi sarà sicuramente sensibile, anche se, a ben vedere, si trattava di preti non ancora "illuminati" dal Concilio Vaticano II... Da lecchese e da donna, però, vorrei ricordare, tra le molte migliaia di vittime innocenti dell'odio ideologico marxista, anche le due giovani donne, una appena diciottenne, ammazzate in Valsassina dai partigiani, di cui il Corriere di Lecco ha, meritoriamente, scritto poco tempo fa.

Detto dei carnefici, permettetemi una annotazione sulla seconda categoria prospettata da Radio Marconi: quella di chi combatteva per la libertà. Io, che da tanto non sono più una ragazza, posso dire che buoni cristiani e ottime persone c'erano anche tra quanti hanno militato nelle fila degli sconfitti, e so bene che molti di quei giovani non indossavano la divisa della Repubblica Sociale Italiana per chissà quale innata cattiveria, ma perchè credevano di combattere per il bene e la libertà della Patria e per la giustizia sociale, al punto da immolare le loro giovanissime vite ad una causa ormai perduta.

Dalla parte opposta, certamente vi era chi condivideva gli stessi nobili sentimenti, e a Lecco abbiamo avuto esempi di valorosi partigiani, uno su tutti l'alpinista Cassin, ma vi erano anche, e non pochi, quanti combattevano più per l'Unione Sovietica che per l'Italia, cioè per ridurre il nostro Paese schiavo della più liberticida, atea e criminale dittatura che il mondo abbia mai conosciuto: il paradiso comunista del "padre" Stalin. Fatte queste considerazioni, la famosa battuta di Papa Francesco mi induce a chiedere chi è mai Radio Marconi per giudicare quali morti sono automaticamente da Paradiso e quali da Inferno?

Paola Colombo

9 gennaio 2014