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Condannato il prefetto che venne respinto dai sindaci di Lega e Pd

Lecco - Tra i fatti salienti di questa settimana, una notizia che giunge dalla Campania ma ha la sua importanza anche per il Lecchese: la condanna, pronunciata dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti di Paolino Maddaloni, il mancato prefetto di Lecco.

VICENDA GIUDIZIARIA. Nello scorso mese di aprile, Maddaloni fu il bersaglio della mobilitazione di una quarantina di sindaci lecchesi che si ribellarono alla nomina. Il governo Monti fu costretto a fare marcia indietro e il ministro Annamaria Cancellieri richiamò Maddaloni destinandolo ad altro incarico. Motivo della rivolta, la vicenda giudiziaria in cui risultava coinvolto il prefetto, che martedì ha portato ad una condanna in primo grado a due anni di reclusione, pena sospesa, per il reato di turbativa d’asta.

LEGHISTI E PIDDINI. I "ribelli" sottoscrissero una severa presa di posizione a cui si aggiunse, dopo qualche titubanza, anche il sindaco di Lecco, Virginio Brivio. Tra i firmatari, oltre a quello di Lecco, i primi cittadini di alcuni tra i più importanti centri della provincia, dai leghisti Roberto Ferrari (Oggiono) e Andrea Robbiani (Merate), ai piddini Riccardo Mariani (Mandello) e Marco Rusconi (Valmadrera). "In un momento difficile per il nostro Paese è necessario - scrissero i sindaci alla Cancellieri - che i servitori delle Istituzioni siano non solo integerrimi ma che non vi siano elementi che possano far dubitare l’opinione pubblica della loro integrità morale".

19 gennaio 2013