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Si sparla del Trota e si tace dei tanti pescecani che ci stanno spolpando

Egregio direttore, dopo le dimissioni date dal cavaliere e la presa di potere di Monti cosa è successo ai cittadini Italiani? Subito si è avvertito un cambiamento. Due giorni dopo l’insediamento del nuovo governo è stato firmato il decreto Roma capitale cioè soldi a Roma. Per raddrizzare i conti si è provveduto ad allungare di due anni il periodo di contribuzione per andare in pensione. Si è provveduto ad aumentare tutto quello che era aumentabile subito (benzina gas luce acqua) e rimettere la tassa sulla casa.

Di tagli nelle regioni sopra indebitate nemmeno l’ombra. Di tagli agli stipendi della politica o ai manager della pubblica amministrazione non ci pensano nemmeno. Di commissariare quelle regioni che non rientrano dal deficit della sanità non se ne parla. Si parla solo della Lega e dei soldi sperperati dal Trota dimenticando le migliaia di pescecani presenti in Parlamento, nei vari consigli regionali o provinciali e nella pubblica amministrazione. Si parla di una patacca acquistata in Albania e mai mostrata in pubblico ma si tace sulle lauree comprate o "addomesticate", avute ed esposte nei loro studi da avvocati o peggio ancora di medici  ai quali ci rivolgiamo per curarci da una malattia o per farci operare. Si parla di legge sul finanziamento ai partiti, ma si omette di dire quali partiti erano in parlamento e con quale percentuale di voti hanno votato il rimborso elettorale.

Non si fa cenno al Presidente della Repubblica  garante della costituzione che ha controfirmato la legge. Nulla viene rimproverato alla corte costituzionale solerte a bocciare tutte le leggi che la Lega ha portato avanti ma compiacente con quella del rimborso elettorale dei partiti. Si parla tanto di legge elettorale da rifare ma nessuno racconta la verità agli Italiani che hanno sempre votato con il proporzionale. Quando la Lega arrivò al quaranta per cento in molti comuni del nord si pensò bene di fare un referendum per modificare il proporzionale in maggioritario per impedirci di andare al governo senza una alleanza. Dimenticano gli Italiani di avere speso milioni di euro per il referendum sulla “devoluscion” tanto invisa ad una parte di paese. Dimenticano che la Lega portò a Roma un professore che voleva fare dell’Italia solo tre macroregioni. Fu spacciato per pazzo, dicevano che contava le galline in tedesco. Voleva semplicemente eliminare diciotto consigli regionali con tutti i loro presidenti, assessori e consiglieri, dipendenti, autisti e auto blu.

Oggi ci hanno tolto quello che gli elettori ci avevano dato. Il mandato per fare il federalismo, a parole invocato anche dal Capo dello Stato, ma nei fatti odiato da quella parte di persone che vivono sulle spalle del lavoro altrui. Invece del federalismo dobbiamo beccarci la rinuncia alla pensione, l’Imu per finanziare la rinascita del Mezzogiorno con riduzioni del cinquanta per cento sugli oneri a carico delle aziende e sostegno al reddito per tre anni a chi perde il posto di lavoro nel meridione. Purtroppo tutto questo non sarà possibile perché le aziende del nord stanno chiudendo e senza lavoro non ci sono più i soldi. Pertanto non deve il sindaco di Roma  Alemanno far malmenare i centurioni del Colosseo che si sono inventati un lavoro, fra uno o due anni magari si dovrà far fotografare vestito da Nerone se vorrà mangiare. Distinti saluti.

Claudio Ratti

Gentile lettore, anche tra cittadini di parte politica diversa dalla sua, per non dire avversa, si sta diffondendo la spiacevole sensazione di essere presi in giro da un sottopotere di marionette, sempre più scopertamente al servizio dei grandi burrattinai dell'alta finanza internazionale. Comprensibile, dunque, il suo stato d'animo. Resta la magra consolazione nel constatare che il governo sta tirando il collo alla gallina dalle uova d'oro e quindi, in un modo o nell'altro, questa storia finirà.

Mi è d'obbligo, per concludere, una precisazione a proposito della sua affermazione sui presunti "soldi sperperati dal Trota". Allo stato attuale delle cose non è accertato alcun coinvolgimento di Renzo Bossi in quelle vicende così scenografiche che gli vengono attribuite. Al momento, pare che la maggior colpa del figlio del leader leghista sia stata quella di averci messo un po' troppo a capire che il suo futuro non è nella politica.

Alessandra Consonni

15 maggio 2012