Lecco-Bergamo, Patto per il Nord accusa
Lecco (Lècch) - Sulla Lecco - Bergamo interviene il movimento politico Patto per il Nord, accusando Provincia, Regione e governo romano: «Promesse disattese, ritardi cronici, risorse a singhiozzo».
Giovanni Colombo, segretario provinciale lecchese di Patto per il Nord, si rende interprete della «crescente preoccupazione e forte sdegno con cui le comunità di Lecco, Calolziocorte, Vercurago e Cisano Bergamasco osservano l’ennesimo capitolo dell’infinito dramma infrastrutturale rappresentato dalla tratta stradale Lecco–Bergamo (SS 639)».
In 25 anni, denuncia l'esponente nordista, si sono collezionate «promesse disattese, ritardi cronici, risorse a singhiozzo», da parte di Provincia, Regione e Stato, al punto che «nonostante la retorica su grandi opere strategiche e promesse legate alle Olimpiadi Milano Cortina 2026, il progetto resta un coacervo di annunci, scuse, ritardi e incertezze».
«Solo il 24 marzo - prosegue - la Regione annunciava che il progetto di fattibilità del primo lotto sarebbe pronto “entro l’autunno”, ma definiva un cronoprogramma che porta al cantiere non prima del marzo 2027, con termine previsto nel luglio 2032. Alla numerologia delle risorse, mancano circa 94 milioni per il primo lotto e ulteriori 70 per quello successivo».
Colombo sottolinea che, anche sul piano tecnico logistico, le criticità non mancano: «Il comitato “Insieme per la Lecco–Bergamo” denuncia l’assenza di dati aggiornati (l’ultimo è del 2007!) e l’assenza di studi sull’impatto ambientale e urbano, nonostante oggi circolino 30.000 veicoli al giorno, di cui 5.000 mezzi pesanti. Lo stesso progetto rischia di provocare danni significativi: abbattimenti di edifici, interferenze con falde acquifere e strutture scolastiche, sovraccarico su rotatorie inadeguate».
Patto per il Nord punta il dito contro lo «stallo burocratico», con procedure che «promettono interventi in ritardo, costi crescenti e cantieri paralizzati».
«Noi del Patto per il Nord - accusa Colombo - denunciamo con forza: i ritardi sistematici, promesse fatte nel 2023 e 2024 non si sono tradotte in cantieri funzionanti, né sul fronte lecchese né su quello bergamasco. Le risorse frammentarie e insufficienti: stanziamenti a singhiozzo, con soldi localizzati solo su tratti parziali (es. 5 milioni su Cisano, 3 + 6 milioni per il lotto “San Gerolamo”). Le competenze confuse: Regione, Provincia, Anas, Simico sono tutti attori in campo, nessuno che risponda direttamente. La mancanza di un piano condiviso: nessun cronoprogramma unitario, nessuna trasparenza reale, nessun calendario vincolante per le comunità».
«Il vero nodo che nessuno ha il coraggio di ammettere - conclude Colombo -, è che l’opera per come è stata concepita appare di difficile realizzazione. Ed è proprio questa scusa, mai dichiarata apertamente da chi governa la nostra Provincia e la Regione, che sarà usata dopo le Olimpiadi come pretesto per congelare tutto, invece di lavorare da subito a una quarta ipotesi più logica e sostenibile».
18 giugno 2025