I lupi fanno paura: sono liberi e impavidi, quindi incompatibili con questa società di pecoroni
Lecco - Col tempo fanno sempre meno presa i mali assoluti, i babau e tutti gli spauracchi innalzati per legittimare l'esistenza della casta e dei suoi burattinai. In attesa di nuove criminalizzazioni, o di riattualizzare con inedite campagne quelle del passato, urge trovare moderni mostri.
La scelta è caduta su alcune categorie di animali selvatici che, per legge di natura, ben si prestano a incarnare il modello maligno.
«Sono feroci, uccidono vittime innocenti, vanno contenuti o eradicati!», strillano i rappresentanti di un potere che, in fatto di ferocia e ammazzamenti su vasta scala vanta lunga esperienza e tradizione.
Si motiva l'allarme con i danni e i pericoli che sarebbero causati da questi animali, quando basterebbero degli accorgimenti per risolvere il problema: è noto che i casi di predazione si sono ridotti del 96% per gli allevatori che hanno fatto ricorso a misure come reti, cani da pastore o dissuasori.
In realtà, la colpa più grande dei selvatici, e imperdonabile, è l'incompatibilità con la rappresentazione del gregge, paradigma del moderno vivere civile.
Figure libere, suscitano l'avversione e lo sdegno degli ammaestratori sociali. Anche, forse soprattutto, per la preoccupazione che lo spirito impavido del lupo possa risvegliarsi in qualche pecora del gregge umano.
G.F.
15 febbraio 2025