"Viva Puccini": Beatrice Venezi superlativa. E i cazzari la insultano per paura della vera cultura
Lecco - Desidero esprimere il mio assoluto apprezzamento per "Viva Puccini", la serata-evento che ha permesso di portare al grande pubblico, oltre alla bravura del direttore Beatrice Venezi, la figura del celebre musicista e compositore, autore della Madama Butterfly, La bohème, Tosca e Turandot.
In questi tempi di "musica" demenziale, che richiama alle povere orecchie appiccicose nenie magrebine, parrebbe ardua questa opera di conversione di un pubblico che il potere economico mira a rendere sempre più beota e mondializzato.
Solo una figura radiosa, di elevata capacità artistica e (perchè no?) di europea avvenenza, poteva innescare con successo la meritoria Crociata del bello e del vero, ottenendo, nei picchi più alti di ascolto della serata, un milione di spettatori. Che per la "musica seria" pochi non sono.
Non per nulla contro Beatrice Venezi si è levato il disperato fuoco di sbarramento dei cazzari cosmopoliti che infestano come batteri il corpo malato della società europea: costoro non hanno risparmiato, via social, squallide invettive all'indirizzo della bravissima artista che fortemente ha voluto e magistralmente eseguito l'omaggio a Puccini.
Ma ormai la crepa si è aperta nel malsano dominio. Ora il corpo infetto potrebbe produrre gli anticorpi che gli consentiranno di recuperare lo smarrito vigore mentale.
E, se così avverrà, grande sarà il merito di una giovane e coraggiosa artista da cui è scoccata la scintilla della ribellione culturale.
Giulio Ferrari
5 gennaio 2025