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Lecco, Villa Manzoni: restaurata la cappella

Lecco (Lècch) - Inaugurazione della restaurata Cappella dell'Assunta e del nuovo allestimento della sala 8 del Museo Manzoniano. L'evento è avvenuto a Villa Manzoni sabato 18 luglio, durante la Notte Bianca di Lecco.

Il restauro della Cappella dell'Assunta e dell'attigua sacrestia, è stato realizzato dallo studio Luzzana grazie al finanziamento dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese onlus e la sponsorizzazione tecnica della ditta Telmotor e ha compreso la pulitura degli apparati decorativi, esaltandone la luminosità e la chiarezza dei fregi, riportando alla luce i colori originali e la tonalità della pala dell'altare, dedicata alla Madonna dell'Assunta, in particolare l'azzurro del suo manto.

Nella sacrestia il restauro ha permesso invece di recuperare i tenui colori originali della volta, in particolare l'azzurro polvere concluso da un fregio in gesso. Tutte le pitture riprendono l'apparato decorativo parietale della sala delle Grisaglie (sala 5), dimostrandouna precisa coerenza di temi e stili, voluti da Pietro Manzoni, padre di Alessandro, e committente della Villa stessa.

Aperto al pubblico in occasione della Notte bianca anche il nuovo allestimento nella sala 8, dedicata alla Storia della Colonna Infame del museo, arricchita dal videomapping, opera di Igor Imhoff, docente di Digital Art all’Accademia di Venezia, intervento reso possibile anche grazie alla raccolta fondi lanciata in occasione di Cracking Art e in collaborazione col consorzio Consolida e Auser provincia di Lecco.

La Storia della Colonna Infame narra del processo intentato a Milano, durante la terribile peste del 1630, contro i presunti untori, indicati come responsabili del contagio tramite misteriose sostanze. Manzoni trasse gran parte delle notizie dal "De peste Mediolani quae fuit anno 1630" di Giuseppe Ripamonti, esposto in questa sala, e dalle "Osservazioni sulla tortura" di Pietro Verri (1777). Il processo, svoltosi nell'estate del 1630 in seguito alle accuse di una popolana superstiziosa, condannò alla pena capitale, con il supplizio della ruota, due innocenti, il Commissario di Sanità Guglielmo Piazza e il barbiere Gian Giacomo Mora, dopo averli sottoposti ad atroci torture per indurli a confessare.

I giudici decretarono anche la distruzione della casa-bottega del Mora. Come monito, sulle macerie dell'abitazione venne eretta la Colonna Infame, corredata da una lapide, che reca la descrizione, in latino seicentesco, delle crudeli pene inflitte. Nel 1778 per la vergogna la colonna fu abbattuta e la lapide è tuttora conservata nel Castello Sforzesco di Milano.

28 luglio 2020