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Coronavirus, chiude Colombo Costruzioni

Lecco (Lècch) - Nell’attuale situazione di diffusione pandemica, Colombo Costruzioni Spa, impresa con 115 anni di storia, leader a livello nazionale, presente con 15 grandi cantieri disseminati in tutta Italia e nella Repubblica di San Marino che impegnano oltre 2.000 lavoratori, ha deciso, in accordo con la quasi totalità della propria committenza, la chiusura temporanea di tutti i cantieri e uffici dal 14 marzo per un periodo di 15 giorni o quanto emergerà come necessario.

Colombo Costruzioni Spa attuerà per i dipendenti di alcune aree - amministrative e tecniche - dell'impresa la modalità di smart working, assicurando comunque una continuità operativa. Come provvedimenti verranno utilizzati ferie e/o permessi retribuiti in attesa di attivare tutte le misure compensative previste dal Governo.

L’amministrazione delegato, arch. Luigi Colombo, ha inviato oggi una lettera a dipendenti e collaboratori informandoli della decisione: “Decisione non facile, assunta per rispetto nei confronti delle tante persone impiegate e nell’interesse collettivo”. Già da tempo nei cantieri erano state intraprese tutte le misure, forniti i dispositivi di protezione ed attuate tutte le iniziative possibili per garantire la salute e sicurezza delle persone (dal controllo particolare degli accessi alle dotazioni di sicurezza generali e personali, fino all'adozione di comportamenti virtuosi quali turni di poche persone alla volta in mensa e negli spogliatoi, etc.).

A fronte dell’aggravarsi della situazione esterna, delle conseguenti valutazioni ed indicazioni delle Istituzioni, della tipologia dell’organizzazione del lavoro nei cantieri edili, dell’aggravarsi delle difficoltà logistiche dei lavoratori fuori sede (chiusura degli hotel, dei ristoranti, delle mense, etc.), Colombo Costruzioni è giunta a questa determinazione. L’ad Luigi Colombo, dichiara: “Sono convinto sia necessaria una presa di coscienza e responsabilità da parte di tutti per arrestare questa pandemia. 2.000 persone impegnate nei nostri cantieri significa – considerando solo i familiari – almeno 6.000 persone a potenziale rischio. La vita è un bene prezioso che tutti noi abbiamo il dovere di preservare”.

“Il momento è anche drammatico da un punto di vista economico – continua l’amministratore delegato dell’azienda – ed occorre che nell’ambito delle responsabilità di ognuno, Stato e Regioni mettano allo studio e realizzino in tempi brevi tutti quegli investimenti e misure finalizzati a tutelare lavoratori e imprese e a far riprendere l’economia del Paese. La ripresa del settore delle costruzioni è una condizione imprescindibile per la ripresa più generale dell’economia”.

14 marzo 2020