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Calolzio, strappata la "Lettera agli ebrei" dell'"antisemita" san Paolo

Calolziocorte (Calòls) - Alla vigilia del Giorno della memoria una copia della "Lettera agli ebrei" di San Paolo è stata trovata per terra e strappata a Calolzio, di fronte a una cassetta dei libri in prestito. Alcuni hanno subito gridato all'antisemitismo: episodio strano, considerato che proprio san Paolo oggi viene addirittura accusato di essere antisemita.

D'altro canto Paolo di Tarso, ebreo convertito, scrisse la "Lettera agli ebrei" proprio per convincere il popolo giudaico a seguire il suo esempio e ad abbracciare il Cristo. Nel suo appello, infatti, l'apostolo delle genti proclama che la nuova alleanza con Dio soppianta la vecchia.

Ma san Paolo è stato apertamente, quanto stolidamente essendo egli stesso d'origine ebraica, accusato di antisemitismo. Capofila dei suoi detrattori, il teologo protestante Gerd Lüdemann che attribuisce a san Paolo la qualifica di "primo antisemita" e di aver accusato gli ebrei di deicidio sia in Tessalonicesi che in Romani.

Nella Prima Lettera ai Tessalonicesi, che è il testo più antico del Nuovo Testamento, sugli ebrei si legge: “Costoro (i giudei) hanno ucciso il Signore Gesù e i profeti, hanno perseguitato noi, non piacciono a Dio e sono nemici di tutti gli uomini. Essi impediscono a noi di predicare ai pagani perché possano essere salvati. In tal modo essi colmano sempre di più la misura dei loro peccati! Ma su di loro l’ira è giunta al colmo” (2,15-16).

D'atro canto, il Vangelo, che per i cristiani è Parola di Dio, contiene numerose e pesanti accuse agli ebrei. A cominciare dalla famosa maledizione per aver chiesto la condanna a morte di Cristo davanti a Pilato (il famoso Deicidio): "Allora il governatore domandò: «Chi dei due volete che vi rilasci?». Quelli risposero: «Barabba!». Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?». Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora urlarono: «Sia crocifisso!». Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell'acqua, si lavò le mani davanti alla folla: «Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli». (Matteo 27,21-25). Nel Vangelo, inoltre, sono ricorrenti le maledizioni di Cristo ai farisei, l'élite dell'ebraismo, tra cui la più forte: “Voi avete per padre il Diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro” (Giovanni 8,44).

In questo contesto di dura riprovazione puramente religiosa, per nulla razziale o razzista, non ha alcun senso attribuire a san Paolo un atteggiamento antisemita, come fa una parte del cristianesimo cosiddetto progressista e dei protestanti. Tuttavia, è ancor meno ragionevole ritenere che il gesto compiuto a Calolziocorte all'indirizzo di un apostolo oggi accusato di "antisemitismo" abbia un chiaro significato antisemita.

G. F.

Nella foto: S. Paolo apostolo, dipinto del Carpaccio.

28 gennaio 2020