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Domiciliari al bruto della stazione Gli agenti: "Nessuno si indigna?"

Lecco (Lècch) - "Tutti gridano che vogliono più sicurezza ma nessuno si indigna sul fatto che quella persona, responsabile di quel grave episodio, dopo tutto è stato posto agli arresti domiciliari". Agli agenti del Coisp di Lecco non è andata giù che l'africano aggressore di due donne alla stazione cittadina dorma ancora nel suo letto.

Ma il sindacato di Polizia stigmatizza anche "la polemica fatta dal mondo politico, circa l’episodio avvenuto nel sottopassaggio della stazione ferroviaria di Lecco, che sta mettendo in discussione il nostro lavoro".

La segreteria provinciale del Coisp, nell'esprimere "stima a tutte le donne e gli uomini e al comandante della Polizia Ferroviaria di Lecco che quotidianamente lavorano in quella trincea", ricorda che "noi poliziotti il nostro dovere l'abbiamo fatto, un minuto dopo l’ aggressione delle due donne, il cittadino extracomunitario era già ammanettato ed assicurato alla giustizia, ma di tutto ciò nessuno ha reso merito a chi con spirito di sacrificio e alto senso del dovere si è adoperato affinché non succedesse ancora".

"Non possiamo certo accettare - prosegue la nota del Coisp - che venga messa in discussione la professionalità e la competenza di un reparto che, con appena 20 unità, ha ottenuto risultati eccezionali nel corso dell’ anno. Basti pensare che nel solo 2018 la Polizia Ferroviaria di Lecco ha effettuato 14 arresti; ha triplicato e scorte sui treni; ed ha triplicato le denunce di persone all'autorità giudiziaria".

Da qui lo sfogo per la misura applicata nei confronti del picchiatore di ignare passanti. "Ora - sottolinea il sindacato - tutti gridano che vogliono più sicurezza ma nessuno si indigna sul fatto che quella persona, responsabile di quel grave episodio, dopo tutto è stato posto agli arresti domiciliari. Ebbene è proprio qui che la politica deve smettere di essere miope e finalmente capire che si è creato uno scollamento abissale tra la richiesta di punire questi episodi con norme più severe e l'attuale legislazione".

12 settembre 2019