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Depuratore di Nibionno: avviati lavori per 2,6 milioni di euro

Nibionno - Al via l'ammodernamento del depuratore di Nibionno. Stanziati 2,6 milioni di euro per lavori della durata di 2 anni.

 

L’impianto di depurazione delle acque reflue di Nibionno risale al 1980 ed è stato gestito fino al termine del 2018 da Valbe Servizi di Mariano Comense, il cui ramo lecchese confluirà in Lario Reti Holding entro la fine del 2019. L’impianto ha una capacità di trattamento pari a 30.000 abitanti equivalenti e riceve i liquami convogliati da tre distinti collettori.

 

Un primo collettore raccoglie i reflui dei Comuni di Nibionno, Cassago Brianza, Bulciago, Barzago, Barzanò, Sirtori e Cremella e raggiunge l’impianto totalmente per gravità.

 

Un secondo collettore raccoglie i reflui dei Comuni di Lurago d’Erba e Lambrugo, oltre alle frazioni di Camisasca (Costamasnaga), Carpanea (Inverigo), Tabiago e Cibrone (Nibionno). Tali reflui raggiungono la stazione di pompaggio interna all’impianto, ove sono sollevati al trattamento di depurazione.

 

Il terzo ed ultimo collettore raccoglie i reflui di una parte del Comune di Inverigo e della Frazione Gaggio del Comune di Nibionno. Tale collettore trova recapito nella stazione di pompaggio ubicata in Località Gaggio, da dove i reflui sono sollevati al trattamento di depurazione. I tre collettori confluiscono in un manufatto a monte del canale di grigliatura ove esiste uno scaricatore di emergenza e di by-pass dell’impianto.

 

Oltre alle tradizionali opere strutturali necessarie alla depurazione, l’impianto presenta da tempo una particolarità unica per la Provincia di Lecco: due bacini di fitodepurazione - realizzati con il contributo del Parco Regionale della Valle del Lambro – posizionati prima dello scarico finale. Si tratta di un ecosistema filtro in grado di affinare le acque depurate provenienti dall’impianto convenzionale.

 

Entrambi i bacini di affinamento sono caratterizzati da un'area avente profondità non superiore ad un metro e un'area a canneto caratterizzata da circa 50 centimetri d'acqua. Il tempo medio di residenza delle acque per entrambi i bacini varia da un minimo di 5/10 ore in corrispondenza di forti piogge fino ad un massimo di una giornata. I bacini sono stati impermeabilizzati per evitare la percolazione nel suolo delle acque e ricoperti da uno strato naturale - dello spessore di circa 30 centimetri - per consentire la piantumazione del canneto. Entrambi i bacini scaricano direttamente nel fiume Lambro.

 

Il progetto di ammodernamento dell’impianto riprende ed integra una prima ipotesi avanzata da Valbe Servizi già nel 2009 e prevede l’investimento – totalmente a carico di Lario Reti Holding – di oltre 2.600.000 Euro. I lavori, che perdureranno fino al 2020, saranno distribuiti in varie fasi temporali per permettere di mantenere l’impianto in funzione durante lo svolgimento dei lavori, che riguarderanno diverse parti del depuratore.

 

LE OPERE PREVISTE

 

Miglioramento nella gestione delle acque meteoriche

La rete fognaria afferente al depuratore di Nibionno è composta in gran parte da tubazioni “miste”, che convogliano cioè sia reflui urbani che acque piovane. Questo causa un ragguardevole afflusso di acque meteoriche in occasione delle precipitazioni atmosferiche e, al fine di gestire al meglio questi aumenti di portata, si è reso necessario l’inserimento a progetto di una vasca di accumulo delle acque di pioggia. Saranno inoltre adeguati i manufatti ricettori dei tre collettori, per il collegamento funzionale alla stessa vasca di accumulo.

 

È inoltre previsto l’inserimento del terminale dello scarico di emergenza della vasca di accumulo nella scogliera esistente, che sarà realizzato con massi ciclopici a protezione del tratto di sponda del fiume Lambro in corrispondenza dello scarico del bacino di fitodepurazione voluto dal Parco.

 

Potenziamento di filtrazione e disinfezione finale

Il progetto prevede la creazione di una fase terziaria di filtrazione finale, dedicata all’abbattimento dei solidi sospesi ed al carico inquinante ad essi correlato. I filtri funzionano per gravità sfruttando una lieve differenza di livello del liquame tra ingresso e uscita. I dischi sono completamente immersi nelle acque da trattare e sono montati su un albero centrale in acciaio di supporto. Durante la fase di filtrazione i residui solidi vengono ritenuti dalla tela. Con l’aumentare del deposito dei residui solidi sulla tela, aumenta la resistenza idraulica al passaggio e di conseguenza la differenza tra i livelli dell’acqua non trattata e di quella chiarificata, innescando così il processo di controlavaggio, con rilancio della torbida (solidi trattenuti) in testa all’impianto.

 

La sezione di disinfezione finale oggi presente nell’impianto è costituita da un unico bacino di contatto, dove avviene la miscelazione dell’acqua depurata con ipoclorito di sodio. È previsto l’inserimento di una nuova sezione di disinfezione finale con raggi ultravioletti (UV) che, in alternativa alla clorazione e a fronte di una maggiore complessità impiantistica e di maggiori consumi energetici, eviterà la compromissione del delicato ecosistema della flora funzionale alla fitodepurazione, ottenendo risultati molto migliori nella qualità dello scarico finale nel fiume Lambro.

 

Con l’inserimento delle due nuove sezioni sarà anche migliorata la funzionalità della fitodepurazione esistente in quanto alla stessa saranno convogliati in via prioritaria i reflui che, in occasione di precipitazioni atmosferiche intense, non subiscono l’intero processo depurativo ma solo i trattamenti primari, garantendo così un miglior abbattimento complessivo del carico inquinante.

 

Ulteriori interventi

Si prevedono infine l’adeguamento degli impianti elettrici per l’alimentazione ed il controllo delle apparecchiature esistenti nonché l’inserimento delle sonde e delle centraline necessarie al telecontrollo dell’impianto, che sarà monitorato sia in loco che dalla centrale operativa di Lario Reti Holding a Lecco.

 

(A cura dell'Ufficio Comunicazione di LRH)

 

19 aprile 2019