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Corruzione e reati fiscali: anche Lecco nell'inchiesta della Gdf

Lecco (Lècch) - I militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Monza hanno dato esecuzione, questa mattina, a un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal gip di Monza nei confronti di 30 persone – residenti nelle province di Milano, Monza e Brianza, Lecco, Bologna. Asti e Reggio Calabria – indagate, a vario titolo, per associazione a delinquere finalizzata a reati tributari e fallimentari, trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e corruzione.

Le indagini sono scaturite da un esposto, presentato nell’ottobre 2014, presso la Procura della Repubblica di Monza su un presunto episodio corruttivo, risalente al 2010, riguardante un comune brianzolo.

Su delega della locale autorità giudiziaria, le Fiamme Gialle hanno iniziato accertamenti, anche di natura tecnica, rilevando una pluralità di situazioni illecite, sia di carattere fiscale sia in materia fallimentare, poste in essere nella gestione di circa 40 società appartenenti ad un gruppo societario facente capo ad un noto imprenditore edile operante nella provincia di Monza e Brianza.

L’esame della documentazione amministrativo-contabile sequestrata nel corso delle perquisizioni effettuate dai Finanzieri presso le sedi delle società coinvolte, unitamente agli accertamenti bancari ed alle intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno permesso di appurare come l’imprenditore arrestato avesse, nel corso degli anni, organizzato la propria struttura aziendale grazie all’apporto qualificato di professionisti e consulenti compiacenti, nonché avvalendosi di una folta schiera di “prestanome”, al fine di occultare la reale riconducibilità dei propri beni.

L’attività investigativa ha accertato, nel suo complesso: il sistematico ricorso all’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti da parte delle società dell’imprenditore per un ammontare di circa 95 milioni di euro; distrazioni patrimoniali per un valore pari a circa 234 milioni di euro. Nel corso delle indagini, i militari del Gruppo di Monza hanno ricostruito, tra l’altro, una serie di operazioni societarie fraudolente di natura distrattiva poste in essere al solo fine di preservare dalle pretese dei creditori il patrimonio di una delle società riconducibili all’imprenditore, costituito da un prestigioso albergo di Venezia, il quale, dopo una serie di passaggi societari, è stato infine trasferito ad una nuova società, costituita ad hoc, legalmente rappresentata dalla segretaria e storica collaboratrice dell’arrestato.

Per impedire il perfezionamento della distrazione, ad aprile 2017, i finanzieri hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso dalla Procura della Repubblica di Monza, cautelando le quote della società coinvolta per un valore stimato di oltre 75 milioni di euro, quale prodotto e/o profitto del delitto di bancarotta fraudolenta, sequestro successivamente convalidato dal gip e confermato sia dal Tribunale del riesame che, a febbraio scorso, dalla Corte di Cassazione.

Le risultanze investigative acquisite dalla Guardia di Finanza, coordinate dalla Procura della Repubblica di Monza, hanno portato all’emissione da parte del gip di misure cautelari personali nei confronti di 30 indagati, dei quali 9 destinatari di custodia cautelare in carcere, 12 degli arresti domiciliari, 1 dell’obbligo di dimora, 5 dell’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria e 3 del divieto di esercitare attività professionali o imprenditoriali per la durata di 12 mesi.

In relazione ai reati contestati, il gip di Monza ha, inoltre, disposto il sequestro preventivo di 28 unità immobiliari, quote societarie e disponibilità finanziarie, oggetto di distrazione, per un valore complessivo di 9,3 milioni di euro; il tutto finalizzato alla confisca fino a raggiungere l’importo di circa 10 milioni di euro, corrispondente all’imposta evasa.

21 maggio 2018