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Immigrazione, Papa Francesco fuorviante: la Bibbia dice altro e non pretende il masochismo

Lecco (Lècch) - Papa Francesco sostiene cose fuorvianti sull'immigrazione. Non sta scritto da nessuna parte che i cristiani, per essere tali, debbano accogliere ad ogni costo i milioni, o meglio i miliardi, di persone che vorrebbero venire qui per stare meglio di come stanno a casa propria.

Questa accoglienza indiscriminata, infatti, comporterebbe la nostra sparizione, come soggetti, popoli, storia, civiltà e religione, anche senza attendere l'insediamento dello Stato islamico. Papa Francesco pare confondere il Cristianesimo con il masochismo. Invece il Vangelo non pretende nessun atto autolesionistico, anzi raccomanda ai suoi veri seguaci: "Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi" (Matteo, 7:6).

E ancora: "Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cani" (Matteo 15,26). L'accoglienza nella Cristianità, ovvero in quanto oggi resta dell'Europa cristiana, è la perla che viene gettata anche a chi ha nel proprio dna, nella propria storia, nel proprio credo la missione di sbranarci. Tale accoglienza scriteriata è il pane dei figli che si getta in pasto anche a cani feroci. Per questo l'accoglienza, come insegnava il compianto cardinale Biffi, non può essere indiscriminata, in quanto non rappresenta un valore in sè, rischiando facilmente, in difetto di prudenza, di trasformarsi in un atto maligno foriero di nefaste conseguenze.

Un Papa, buon pastore del proprio gregge, non dovrebbe citare a pappagallo la frase "ero forestiero e mi avete ospitato", senza riferirsi all'antico dovere dell'ospitalità rivolta al viandante, al pellegrino, accolti giusto il tempo di rifocillarsi e permettere loro di riprendere il cammino. Ben poco a che vedere con chi chiede di essere adottato e mettere radici in casa d'altri o, peggio, di spodestare il padrone di casa.

Il malinteso attuale è quello di intendere l'ospitalità come un gesto di generosità sempre e comunque, senza considerare che chi è generoso coi beni altrui non è buono, è ladro: l'accoglienza in una casa comune, in una nazione, infatti, impegna non solo chi la offre, ma chiunque, suo malgrado, ne subirà i costi e le conseguenze. E chi rimarrà defraudato per colpa di qualcuno troppo accogliente, alla fine, potrà solo invocare: "Ricordati, Signore, di quanto ci è accaduto, guarda e considera il nostro obbrobrio. La nostra eredità è passata a stranieri, le nostre case a estranei" (Sacra Bibbia. Lamentazione 5,2).

Giulio Ferrari

11 aprile 2018