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La Raggi censura manifesto anti aborto. Brambilla: "È tirannia"

Lecco (Lècch) - Mostrare la faccia di un nascituro condannato a morte per aborto imbarazza il Pd e associazioni attigue come Vita di donna onlus, insorti a Roma per pretendere la rimozione di un manifesto blandamente antiabortista. E il sindaco 5Stelle Virginia Raggi ha prontamente eseguito, suscitando anche l'indignazione della parlamentare lecchese Michela Vittoria Brambilla.

Il manifesto, dell'associazione ProVita onlus, è una gigantografia con l’immagine di un nascituro a 11 settimane, cioè in età di aborto, e la scritta: "Tutti i tuoi organi erano presenti. Il tuo cuore batteva già dalla terza settimana dopo il concepimento. Già ti succhiavi il pollice. E ora sei qui perché la tua mamma non ha abortito".

Informazioni veritiere, dati elementari di biologia che nessuno ha contestato. Il cavillo per proibire il manifesto è stato puramente ideologico, e trova appiglio nel regolamento in materia di pubbliche affissioni di Roma Capitale, che vieta "esposizioni pubblicitarie dal contenuto lesivo del rispetto di diritti e libertà individuali".

"Il pensiero debole - protestano i sostenitori di ProVita - non può ammettere che si pubblichino elementari nozioni di biologia se queste urtano i dogmi del politicamente corretto". E anche la Brambilla s'indigna: "Ha una strana idea - ha dichiarato in una nota - della libertà di espressione del pensiero non solo chi ha chiesto, ma anche chi ha ordinato, con zelo degno di miglior causa, la rimozione del manifesto proVita affisso legalmente a Roma".

"Lo dico da donna - ha concluso - che ha condiviso molte battaglie per i diritti civili e lo dico da cittadina preoccupata per una nuova, insidiosissima forma di oscurantismo, ammantata di politically correct. Si può non essere d’accordo con i principi ispiratori di quel manifesto, ma rimuoverlo è semplicemente un atto tirannico".

Nella foto: il manifesto rimosso.

8 aprile 2018