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Profughi, Arrigoni svela le cifre: "Nel 2016 spesi 1,7mld di euro"

Lecco (Lècch) - L'accoglienza dei profughi, veri o presunti, costa ai contribuenti italiani una cifra astronomica. Lo denuncia Paolo Arrigoni, senatore lecchese della Lega Nord, con alla mano i numeri della Corte dei Conti. E per chi non ottiene lo status di rifugiato, in Italia scattano la protezione sussidiaria e umanitaria introdotta dal governo Prodi.

Il dato economico più completo sulla "prima accoglienza" è relativo al 2016. "Qui - spiega Arrigoni - la Corte dei Conti certifica una spesa ingente e numerosi sprechi. E' quanto la Lega denuncia da tempo: la spesa per la prima accoglienza è ormai fuori controllo, ed il sistema non può più reggere”.

“Senza considerare i costi indiretti - aggiunge -, nel 2016 il Fondo nazionale per le politiche e i servizi d’asilo, gestito dal Ministero dell’Interno, ha registrato un impegno finanziario di 1,7 miliardi di euro per l’accoglienza degli immigrati sul territorio italiano! Per quanto riguarda l’Unione Europea, nel 2016, il suo contributo è stato di appena 46,8 milioni di euro ed ha rappresentato soltanto il 2,7% degli oneri gravanti sul bilancio dello Stato e dunque sugli italiani!”

Inoltre, nella maggior parte dei casi non si tratta di autentici profughi. Eppure anche per chi non ottiene il riconoscimento dello status di rifugiato scattano protezioni di "secondo livello", ovvero diritto a rimanere sul suolo nazionale e a godere di aiuti. "Soltanto al 13% delle persone che hanno visto accolta la loro domanda - sottolinea Arrigoni - è stato riconosciuto lo status di rifugiato, per gli altri si parla di protezione sussidiaria e umanitaria, condizione introdotta dal governo Prodi nel 2008 e che non ha corrispondenze negli altri paesi europei. I clandestini che invece non hanno ottenuto alcuna forma di protezione diventano sostanzialmente irregolari e vanno ad ingrossare le fila della criminalità”.

“Questo quadro desolante descritto dalla Corte dei Conti - conclude il parlamentare del Carroccio - rivela non solo una gestione scellerata delle politiche migratorie da parte dei governi Pd che si sono succeduti in questi anni ma anche un disordine grazie al quale hanno potuto banchettare e fare business cooperative e albergatori falliti, a cui è necessario rimediare al più presto con maggiore rigore e celerità nell’esame delle domande d’asilo, con la precisa osservanza delle regole e con procedure più severe di vigilanza sulle attività dei privati destinatari dei contributi pubblici”.

23 marzo 2018