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Profughi spacciatori a Lecco: in Questura "forte preoccupazione"

Lecco (Lècch) - Parte un grido d'allarme dalla Questura di Lecco dopo il blitz della Polizia di Stato che ha portato alla denuncia di 33 profughi per spaccio di droga ai ragazzini: il segretario generale del Coisp Lombardia, Gaspare Liuzza, nel complimentarsi per la "brillante operazione" punta il dito contro la preoccupante "falla" che consente agli spacciatori di restare nel Belpaese e chiede ai politici di rimediare.

Liuzza, questa mattina in Questura per una riunione della segreteria provinciale Coisp di Lecco, esprime "forte preoccupazione in quanto tutti gli indagati sono stati denunciati in stato di libertà e nessuno di loro è stato allontanato dal territorio nazionale in quanto il loro status di richiedente asilo rimarrà fino a quanto la competente Commissione territoriale valuterà la loro posizione".

Operazioni di polizia giudiziaria come quella che ha permesso di smantellare lo spaccio dei rifugiati, "dimostrano - commenta il segretario Coisp - che lo Stato c'è e cerca di garantire la sicurezza e la legalità sebbene talvolta nei cittadini vi sia la sensazione che questi beni non siano una priorità nell’agenda politica del Paese in questo momento: la maggior parte dei 33 stranieri denunciati erano in possesso di documenti attestanti lo status di rifugiato e quindi il diritto di accoglienza, 22 di costoro vivevano a carico della collettività e del Popolo Italiano in cinque centri di accoglienza ubicati nella Provincia di Lecco, 2 erano clandestini irregolari ed altri 8 avevano già perso il diritto di accoglienza per altri reati".

"La brillante operazione - prosegue - di fatto non ha avuto conseguenze immediate e dirette a causa di una falla che chi ha le redini del governo di questo Paese dovrebbe colmare modificando la normativa vigente: sarebbe sufficiente - afferma il segretario regionale generale del Coisp Lombardia – prevedere la perdita immediata dello status di richiedente asilo e l'espulsione con allontanamento coattivo alla frontiera preventivamente convalidato dall'autorità giudiziaria. Si tratta tuttavia di una scelta che si pone in antitesi con l'indiscriminata politica dell'assistenza ed accoglienza oggi portata avanti a spese del Popolo Italiano"

"La strada giusta per garantire sicurezza e legalità nel nostro Paese - conclude Liuzza - deve passare anche dal monitoraggio dei flussi di migranti e dal contrasto al fenomeno dell'immigrazione clandestina che, come noto, possono agevolare l'ingresso nel territorio italiano, oltre che di migranti economici e di richiedenti protezione internazionale, anche di soggetti vicini alle organizzazioni terroristiche di matrice islamica".

20 novembre 2017