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Dopo Barcellona: parte da Lecco l'appello anti islamizzazione

Lecco (Lècch) - Dalle sponde del Lario parte la reazione all'orrore di Barcellona per iniziativa di un Partito anti islamizzazione, intenzionato a sbarrare la strada alla Jihad, ovvero la diffusione del verbo coranico più sanguinario. La formazione, creata dal sindaco di Oliveto Lario,  Bruno Polti, e da Stefano Cassinelli, col professor Alessandro Meluzzi presidente onorario, chiede che «il governo metta al bando» l'arrivo di potenziali fanatici islamici.

DIFESA PREVENTIVA. «Di fronte a un pericolo imminente - afferma il Pai in un comunicato - invochiamo il diritto a una difesa preventiva, per difenderci dalla violenza e dalla barbarie chiediamo al nostro Stato di mettere al bando e impedire gli arrivi di chi ha fatto del radicalismo islamico il proprio credo».

SOTTO GLI OCCHI. «Come si fa con i luoghi pericolosi che sono sconsigliati dalla Farnesina a chi si mette in viaggio per vacanze - prosegue la nota -, così all’inverso il Ministero degli Esteri fornisca al Governo un elenco di tutti gli Stati a rischio radicalizzazione e i loro cittadini siano banditi dall’Italia. Per troppi anni ci siamo nascosti dietro l’alibi del garantismo con il risultato che ora i danni dell’accoglienza a tutti i costi sono sotto gli occhi di ognuno di noi. Chi ha fatto della sopraffazione il suo credo, chi concepisce la religione come negazione della libertà e della vita altrui non merita di vivere in quest’Europa».

LINEA CATTOLICA. E gli esponenti del Partito anti islamizzazione concludono appellandosi alla linea cattolica in materia di immigrazione, espressa da un teologo di grande spessore come il compianto cardinale Angelo Biffi, arcivescovo di Bologna: «Poiché non è pensabile che si possano accogliere tutti, è ovvio che si imponga una selezione. I criteri di scelta non dovranno essere unicamente economici e previdenziali: criterio determinante dovrà essere quello della più facile integrabilità nel nostro tessuto nazionale o quanto meno di una prevedibile coesistenza non conflittuale. Un "ecumenismo politico", astratto e imprevidente, che disattendesse questa elementare regola di buon senso amministrativo, potrebbe preparare anche per il nostro popolo un futuro di lacrime e di sangue».

Nella foto: Polti e Cassinelli.

18 agosto 2017