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Lecco-Bergamo, stallo sine die: nel lecchese infrastrutture da 3° mondo

Lecco (Lècch) - Da troppi lustri sulla Lecco-Bergamo si registrano ritardi e lentezze nei lavori, continue revisione dei progetti e frazionamenti dell’opera in diversi lotti d’intervento cantierabili, frequenti pellegrinaggi a Roma per elemosinare soldi pubblici – i nostri - necessari a riqualificare la ex Ss 639 che collega le due operose città lombarde, persino si arriva a proporre varianti in diminuzione.

Tutto questo è inaccettabile, agli occhi dei lecchesi incomprensibile, indigna gli operatori economici del territorio (come dargli torto!), ma il mortificante e probabile epilogo a cui toccherebbe il lotto San Gerolamo con la risoluzione del contratto con la Salc e lo stallo sine die dei lavori, era altamente prevedibile.Le cause di questa situazione sono varie, ma due sono le principali che è bene sottolineare. In primis certamente la mancanza di risorse, una ventina (forse 30) milioni necessari a far fronte agli imprevisti emersi dopo l’appalto! Ebbene, è opportuno ricordare che questa è una cifra pari a circa lo 0,05% rispetto ai 54 miliardi di residuo fiscale che i Lombardi lasciano ogni anno alle casse dello stato centrale.

La seconda causa è invece da ricondurre alla sciagurata riforma Delrio, che qualcuno ha voluto e votato (certamente non la Lega), che ha mortificato le province, riducendole ad Enti a mezzo servizio, inefficaci, con presidenti e assessori nominati che esercitano la funzione come dopolavoro e che comprensibilmente non riescono a seguire come si dovrebbe opere importanti come la galleria di San Gerolamo di cui la provincia di Lecco è stazione appaltante.

Che fare? Certamente è da scongiurare la rescissione del contratto, perché il territorio lecchese e soprattutto il sistema economico locale non possono permettersi altri handicap! Da abbandonare poi la pessima idea di vendere Villa Monastero per racimolare quattrini, pochi, privandoci di un patrimonio storico e culturale pubblico da tutelare e valorizzare come fattore di sviluppo del turismo sul nostro lago. Oltre che dirottare i milioni che toccano a Lecco dal Patto per Lombardia, occorre poi che trasversalmente forze politiche ed economiche battano cassa al Governo, se occorre anche attraverso manifestazioni di protesta in varie sedi, occupazione della strada compresa alla presenza rumorosa di cittadini, rappresentanti del sistema economico locale e… degli autotrasportatori!

Infine e soprattutto, i lecchesi dovranno cogliere l’imperdibile opportunità offerta il prossimo 22 ottobre dal referendum per la maggiore autonomia della Lombardia, votando SI per chiedere allo stato centrale di lasciare più funzioni, competenze e dunque soldi sul territorio. Con un SI schiacciante, unitamente al conferimento della Lecco-Bergamo nelle competenze della costituenda Società per le strade partecipata da Regione Lombardia e ANAS, potremo finalmente uscire dallo stato da terzo mondo nel quale stiamo sempre più precipitando, per "correre" come i nostri imprenditori vorrebbero.

Paolo Arrigoni
(Senatore Lega Nord)

7 giugno 2017