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“La Fornero? Un giorno sul melo, uno sul pero”

Lecco – Nel corso del dibattito a Palazzo Madama sulla manovra finanziaria, Lorenzo Bodega (foto) ha bacchettato Elsa Fornero. Confermando la propria fama di persona concreta, il due volte sindaco del capoluogo ed attuale vice presidente del gruppo leghista al Senato ha dimostrato di non digerire i voli pindarici del neo ministro al Welfare.

LACRIME E COMMOZIONE. La Fornero è salita alla ribalta andando in tilt durante la conferenza stampa del governo. Lacrime e blocco emotivo, prima di pronunciare la parola “sacrifici”, hanno fatto ritenere a qualcuno che la docente prestata alla politica si fosse commossa pensando alle difficoltà delle famiglie. Nei giorni successivi, tuttavia, Elsa Fornero non ha manifestato altrettanta delicatezza di sentimenti nei confronti dei lavoratori. Il ministro, infatti, ha propugnato l'abbassamento dei salari dei giovani al primo impiego, che già risultano tra i più bassi d'Europa, e la cancellazione dell'articolo 18, che impedisce il licenziamento senza giusta causa. Viste le reazioni alle sue parole, Elsa Fornero ha fatto una rapida inversione ad U, sostenendo che “bisognerebbe aumentare gli stipendi” e  di non avere “nulla in mente sull'articolo 18”.

IMBARAZZANTI DIMOSTRAZIONI. Un'altalena che secondo Bodega dimostra l'inutilità dei nuovi acquisti, “in un parlamento che già pullula di professionisti e cattedratici, ma anche alla luce delle imbarazzanti dimostrazioni d'incompetenza fornite da certi neoministri”. “Non possiamo ammettere che un ministro del lavoro si svegli un giorno sul pero e l'altro sul melo”, ha commentato il politico lecchese. Lorenzo Bodega non ha rinunciato a chiamare in causa lo stesso Mario Monti, ricordando che il neo premier “mosse i primi passi verso gli ambienti che contano approdando alla Fiat, sino ad entrare nel consiglio di amministrazione dell'azienda”.

500 MILIARDI ALLA FIAT. “Quando assunse, su mandato del governo di Massimo D'Alema, la carica di commissario europeo alla Concorrenza tra il 1999 e il 2004, - ha aggiunto il senatore leghista - permise ben 5 contribuzioni di aiuti di Stato a favore della sua ex azienda per la bellezza di 500 miliardi di lire. Trattandosi pur sempre di denari pubblici, potremmo dirci soddisfatti – ha concluso Bodega - se Mario Monti manifestasse nei confronti del contribuente un briciolo di quella grande sensibilità a suo tempo dimostrata nei confronti della Fiat”.

21 dicembre 2011