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Cremeno, 130 asilanti su 1500 anime: disagi

Cremeno (Cremée) – Come preannunciato il senatore lecchese della Lega Nord, Paolo Arrigoni, si è recato a Cremeno per incontrare il sindaco Pier Luigi Invernizzi che nei giorni scorsi aveva denunciato vecchi e nuovi problemi legati alla presenza di richiedenti asilo sul proprio territorio. Dal sopralluogo è emerso "l'assalto" di 130 asilanti in un paese di appena 1500 anime.

RIUNIONE. L'incontro è iniziato con una riunione in Municipio, alla presenza dei responsabili degli uffici comunali; successivamente è stato eseguito un sopralluogo alla ex Colonia Artigianelli che ospita i richiedenti asilo, alla presenza dei responsabili della Cooperativa Domus Caritatis.

NUMERO ECCESSIVO. «Il numero di "ospiti" del Cas (Centro di Accoglienza Straordinario) nella frazione di Maggio è eccessivo e non è assolutamente diminuito, come invece da due anni l’amministrazione comunale va richiedendo alla Prefettura di Lecco. Anzi, è successo il contrario. Nel centro ad oggi sono saliti a 130 i richiedenti asilo. Altro che accoglienza diffusa tanto sbandierata. In questo piccolo paese della Valsassina il rapporto rispetto ai residenti (circa 1500) è di 85 richiedenti asilo ogni mille abitanti, ampiamente distante dal parametro di 2,5 che il Governo sta pensando di applicare sull’intero territorio italiano», sottolinea Arrigoni, che è anche componente del Comitato parlamentare Schengen.

CLANDESTINI ASSISTITI. «A Cremeno - aggiunge - si trova conferma di quanto sia superficiale ed inefficace la gestione dell’immigrazione operata dal Governo italiano. Tra i 130 ospiti non c’è un siriano, un iracheno o un eritreo, nazionalità che effettivamente hanno bisogno di protezione internazionale. Le maggiori presenze sono invece di nigeriani e pachistani, cioè nazionalità per le quali le statistiche del Ministero dell’Interno – non della Lega - attestano un riconoscimento del 4% dello status di rifugiato. Risultato? Anche a Cremeno come in tutto il paese viene erogata assistenza nella maggior parte a migranti economici, cioè clandestini. Questo è inaccettabile, economicamente e socialmente, soprattutto per i lunghissimi tempi di valutazione dello status, che per molti dei 130 ospiti è stato confermato supera abbondantemente l’anno di attesa».

ISCRITTI ALL'ANAGRAFE. «Quello che poi aggiunge ulteriori problemi e preoccupazioni ai primi cittadini - prosegue il parlamentare lecchese - sono le recenti disposizioni legislative che riconoscono al richiedente asilo l’iscrizione all’anagrafe comunale. Queste non solo comportano obblighi e carico di lavoro all’ufficio anagrafe all’atto dell’iscrizione per il conseguente rilascio della carta d'identità; soprattutto, determinano incombenze lunghe (12 mesi), costose e con grande impegno di personale per le pratiche di cancellazione per irreperibilità dei migranti, fenomeno questo che a Cremeno in questi giorni sta riguardano ben 43 soggetti sui 96 che avevano ottenuto la residenza. In merito, ho accertato che non esistono procedure chiare e trasparenti verso il Comune!».

TAGLI E COLLASSO. «Inoltre - conclude Arrigoni -, è rilevante il rischio che una volta che il richiedente asilo deve uscire dal sistema di accoglienza a seguito di positivo esito dell’istanza, non potendo magari entrare nel sistema Sprar ad oggi saturo, che egli decida di rimanere residente sul territorio, ma senza assistenza e dunque pesando sui servizi sociali del Comune. Tutto questo è grave ed è inaccettabile che ricada sui comuni, soprattutto quelli piccoli come quello di Cremeno, già al collasso per i tagli alle risorse e per vincoli vari e sul personale. Per tutto quanto oggi ho accertato, anche in qualità di componente del Comitato Schengen, assumerò presto in Parlamento iniziative di denuncia e proposta».

8 ottobre 2016