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«Ai clandestini le case pignorate ai lecchesi»

Lecco (Lècch) - Case pignorate ai cittadini sarebbero state «destinate ai clandestini». Lo afferma il senatore Paolo Arrigoni che sulla faccenda ha presentato una interrogazione parlamentare urgente al ministro della Giustizia Orlando.

DISPERATE. «Questo paese - scrive su facebook Arrigoni - incentiva l'affitto di case espropriate a famiglie che non riescono a pagarsi il mutuo, e che disperate poi finiscono in strada o a dormire in macchina, per metterci invece dei clandestini!!!». Di seguito l'interrogazione del senatore lecchese.

L'INTERROGAZIONE.

Con comunicato del 14 ottobre 2016, depositato in cancelleria in pari data, il giudice delle esecuzioni immobiliari del Tribunale ordinario di Lecco, dottor Dario Colasanti, comunicava all'ordine degli avvocati di Lecco "auspicandone la diffusione agli iscritti, nonché per l'affissione alla porta della Cancelleria, nonché alla Prefettura per conoscenza", "la possibilità di locare ai cittadini stranieri temporaneamente presenti sul territorio (ndr rifugiati) gli immobili pignorati, nell'ambito del progetto di accoglienza diffusa elaborato dalla Prefettura, dai Comuni della Provincia e della Comunità Montana"; nel comunicato il dottor Colasanti si pronunciava anche sulle "Finalità (...) del progetto" affermando che il progetto "persegue un alto scopo umanitario e sociale in quanto è volto a realizzare una distribuzione sull'intero territorio provinciale dei rifugiati assicurandogli alloggi dignitosi, così da limitare i disagi ed i pericoli della permanenza accentrata nei centri di accoglienza e favorire l'integrazione con la popolazione. Nell'orizzonte della singola procedura, la locazione per brevi periodi ai rifugiati potrebbe consentire il conseguimento di un canone direttamente dalla Prefettura, così da valorizzare gli immobili per cui la collocazione sul mercato non sia imminente";

a giudizio degli interroganti appare del tutto ultroneo alle attività proprie del magistrato redigere un comunicato come quello indicato, poiché, indipendentemente dalle locuzioni erronee utilizzate, ossia quella di "rifugiati", poiché si tratta invece di persone richiedenti asilo, nello svolgimento della propria attività si deve sempre, ed esclusivamente, attenere a canoni di autonomia, imparzialità ed indipendenza;

occorrerebbe anche verificare se il citato comunicato discenda da direttive del Ministro in indirizzo oppure del presidente del Tribunale ordinario di Lecco,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti; se abbia fornito direttive, ai fini della redazione di comunicati come quello citato, ovvero se le stesse risultino pervenute dal presidente del Tribunale ordinario di Lecco; se intenda infine procedere, nei limiti dei poteri ispettivi attribuiti dalla normativa vigente, ad un intervento presso il Tribunale ordinario di Lecco, al fine di verificare la correttezza, dell'operato dell'autorità giudiziaria nel caso di specie, con particolare riferimento alla conformità rispetto ai canoni propri dell'attività della magistratura.

3 novembre 2016