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Calderoli a Lecco: «Refe-Renzium? No!»

Lecco (Lècch) - Roberto Calderoli, vice presidente del Senato ed esponente di spicco del Carroccio, ha infiammato la platea della Sala Ticozzi dove, venerdì sera, è andato in scena un incontro sul referendum costituzionale, organizzato dal comitato cittadino per il No (Lega Nord, Fratelli d’Italia, Forza Italia e civici).

VALENZA. Sul palco, accanto a Calderoli, il senatore Paolo Arrigoni e il segretario provinciale leghista Flavio Nogara. In particolare, Arrigoni ha sottolineato la valenza di autolegittimazione del premier attribuita al referendum, anzi al "refe-Renzium".

IL GIUDIZIO. «Renzi ha detto che questo voto corrisponde al giudizio sul suo governo. Ma - ha sottolineato il senatore ed ex sindaco leghista di Calolziocorte - i risultati di Matteo Renzi premier sono terribili, con il record di 2.252 mld di debito pubblico, 4,6 mln di persone in povertà assoluta e Pil continuamente in ribasso: dunque il voto non può essere che no».

MONOPOLIZZATA. Calderoli, poi, è entrato nello specifico dell'operazione tentata da Renzi. Infatti, il presidente del Senato ha dimostrato che «se dovesse passare la riforma, con l'attuale legge elettorale accadrebbe che la Camera dei deputati verrebbe monopolizzata dal Governo. La lista con più voti otterrebbe automaticamente il 50% dei seggi a Montecitorio». Per Calderoli, insomma, quella italiana «non è la Costituzione più bella del mondo ed è sbagliato definirla immodificabile», però, il cambiamento non può essere fatto solo per legittimare un premier mai eletto da nessuno, quindi, concludono i leghisti, «crescere è anche dire di no, e basta un no per mandare a casa Renzi!».

Foto di Paolo Arrigoni (facebook).

24 settembre 2016