Invia articolo Stampa articolo
Codacons: «240mila euro per non lavorare»

Lecco (Lècch) - Notizia che riguarda da vicino i lecchesi, storicamente grandi pagatori di canone Rai: la questione degli stipendi di giornalisti e dirigenti della tv pubblica finisce alla Corte dei Conti. Il Codacons presenta una denuncia alla magistratura contabile a seguito della pubblicazione degli abnormi compensi elargiti dalla rete di Stato ai propri dipendenti.

FOLTA SCHIERA. «Numerosi direttori Rai guadagnano stipendi superiori ai 300mila euro annui, e molti altri hanno compensi compresi tra i 200 e i 300 mila euro – attacca il presidente del Codacons Marco Maria Donzelli –. Già questo basterebbe per gridare allo scandalo, ma c’è dell’altro. Secondo quanto riportato in queste ore dai mass media, una folta schiera di giornalisti e manager della rete percepirebbe stipendi tra i 205 e i 240mila euro annui senza ricoprire alcun incarico: in buona sostanza vengono pagati per non lavorare».

IL CANONE. «Di sicuro siamo di fronte ad una vergogna nazionale ora però il Codacons vuole andare a fondo e capire se si configuri o meno anche una forma di danno erariale, dal momento che gli stipendi Rai vengono pagati con i soldi dei cittadini raccolti attraverso il canone. Per tale motivo presentiamo oggi stesso un esposto alla Corte dei Conti, affinché acquisisca i dati sui compensi di direttori, manager e giornalisti Rai, e verifichi la congruità degli stessi con particolare riferimento ai soggetti che nell’azienda non svolgono alcuna funzione pur percependo regolare stipendio. Chiediamo inoltre alla Corte - conclude Donzelli - di trasmettere alla Procura della Repubblica gli atti governativi che autorizzano il superamento dei tetti massimi ai cachet previsti dalla legge».

25 luglio 2016