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Ballabio ricorda lager nazisti e foibe rosse

Lecco (Lècch) - Partecipato e toccante il "Tributo al dolore" rappresentato Domenica sera nell'aula consiliare del Comune di Ballabio, in onore delle vittime dei lager nazionalsocialisti e delle foibe comuniste. Onorate le figure di due donne: Edith Stein, letterata ebrea convertitasi e diventata carmelitana, uccisa con la sorella nel lager di Auschwitz; Norma Cossetto, universitaria 23enne, stuprata per una notte intera da una ventina di partigiani, seviziata e gettata in una profonda foiba.

RIMEMBRANZA. L'incontro con i cittadini, promosso nell'ambito della Giornata della Rimembranza, voluta dall'amministrazione comunale per unire le due ricorrenze del Giorno della Memoria e Giorno del Ricordo, è stato aperto da un intervento del sindaco Alessandra Consonni a cui ha fatto seguito il concerto eseguito dai maestri Giuseppe Mazzoleni, al violino, e Alberto Minonzio, al pianoforte, organizzato dal capogruppo comunale di Nuovo Slancio per Ballabio, Domenico Scala.

IL REPERTORIO. I musicisti, che si sono esibiti a titolo gratuito, hanno presentato un apprezzatissimo repertorio di brani classici che, per l'intensità dei sentimenti trasmessi, si è prestato a rappresentare perfettamente il senso profondo di quelle immani tragedie. Nel suo intervento in apertura della serata, Alessandra Consonni ha voluto dedicare la serata a due donne: «Questa sera vorrei ricordare i milioni di vittime dei lager tedeschi, in gan parte ebrei, e le decine di migliaia di vittime delle foibe slave, rendendo omaggio a due figure femminili: Edith Stein e Norma Cossetto».

CANONIZZATA. «Edith Stein - ha ricordato il sindaco -, nata nel 1891 da una famiglia ebrea a Breslavia, è stata canonizzata e dichiarata co-pratona d'Europa. Giovane di intelletto brillante, letterata e cultrice della filosfia, stimatissima nella sua precoce carriera universitaria, si convertì alla fede cattolica con la casuale lettura dell’autobiografia di Santa Teresa d’Avila. Scelse la via del Carmelo, con la sorella Rosa, anche lei convertitasi e fattasi carmelitana. Neppure quella vita consacrata alla preghiera sfuggì alla persecuzione nazionalsocialista: suor Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edith Stein, e la sorella conclusero così i loro giorni terreni nell'orrore di Auschwitz».

GIOVANE ISTRIANA. Poi il ricordo di Norma Cossetto. «Era una giovane istriana, 23enne - ha spiegato il sindaco -, barbaramente trucidata dai titini, una delle tantissime vittime innocenti dell’invasione slava. Dopo mezzo secolo di omertà, lo Stato italiano ha istituito il Giorno del Ricordo, il 10 febbraio, dedicato ai martiri delle Foibe e all'esodo forzato di 300mila istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra. In quel genocidio persero la vita, dopo atroci sofferenze, oltre quindicimila cittadini delle antiche terre veneziane».

LUNGAMENTE SEVIZIATA. Alessandra Consonni ha quindi letto la motivazione della medaglia d'oro alla memoria conferita il 22 dicembre 2005, dall’allora presidente della Repubblica italiana Azeglio Ciampi a quella povera ragazza il cui corpo venne rinvenuto in una foiba, assieme a quelli di tante altre compagne di sventura, brutalmente seviziato e con un bastone di legno conficcato nei genitali: «Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba». Il padre della ragazza, Giuseppe Cossetto e il genero, Mario Bellini, appena saputo della cattura di Norma si misero alla sua ricerca e vennero a loro volta presi dai partigiani comunisti: le braccia legate con del filo di ferro, furono gettati vivi nella foiba di Treghelizza a Castellier di Visinada, abbandonati ad una orribile agonia.

HOMO HOMINI LUPUS. «Le note che ascolteremo - ha commentato Consonni introducendo il concerto -, e tra l'altro Norma Cossetto era apprezzata pianista, vorrei che ci parlassero ancora di lei, di Edith Stein, e di tutti coloro che hanno provato nella propria sofferenza la realtà di quella famosa sentenza degli antichi, Homo homini lupus: l'uomo è lupo con l'altro uomo. Lascio questo alto compito ai nostri due maestri, ringraziandoli per essere qui questa sera a titolo del tutto volontario, come ringrazio il dottor Domenico Scala per l'organizzazione dell'evento. E - ha concluso il sindaco - un grazie anche ai presenti, che hanno rinunciato ai fatidici 90 minuti di un derby televisivo per un momento che vale immensamente di più».

Nelle foto: parte del pubblico.

1 febbraio 2016