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Crisi alla Rsi di Costa: scende in campo il Pd

Lecco - La situazione della Rsi di Costa Masnaga preoccupa anche il Pd lecchese. In una nota, il segretario provinciale Ercole Redaelli annuncia che il partito di Bersani "è pronto a scendere in campo in maniera decisa".

NON BASTANO LE PROMESSE. Una mobilitazione, spiega Redaelli, inevitabile "se, entro brevissimo tempo, non si verificheranno fatti concreti che dimostrino la reale volontà dell'azienda di riprendere la produzione". Dal Partito democratico un avvertimento anche al governo."Il piano industriale - spiega il segretario provinciale - è stato presentato al ministero nei termini concordati, ma le promesse e le buone intenzioni scritte sulla carta non bastano per ottenere la fiducia di tutti ed, in primo luogo, dei lavoratori che sono esasperati da questa situazione di incertezza che si trascina da troppo tempo". Condizione sine qua non diventa, dunque, "il pagamento degli stipendi arretrati e l'immediata ripresa della produzione, sulla base delle commesse in portafoglio o immediatamente acquisibili: gli unici fatti che potrebbero evitare la messa in atto di soluzioni alternative che costringano l'azienda a scoprire le sue carte".

APPOGGIO A DADATI. Un "messaggio" all'azienda anche da Lucia Codurelli, deputato lecchese del Pd, dopo il nulla di fatto del tavolo di confronto allestito martedì in Provincia: “Io confido vivamente che l’azienda faccia un passo nella direzione opposta a quella finora intrapresa”, afferma. “L’azienda - continua - non si è presentata all’incontro e anzi ha inviato un messaggio pesante, tutti noi abbiamo lavorato in questi anni in sinergia per cercare di arrivare ad una conclusione positiva della vicenda e mi sento di appoggiare pienamente le parole espresse dall’assessore provinciale Dadati su quanto sta accadendo". "Non possiamo permetterci – conclude - di perdere un’azienda che fa parte di un settore strategico del nostro territorio e ovviamente non possiamo permetterci di ignorare che da due mesi i cancelli dell’azienda sono presidiati da 140 lavoratori  in attesa di una risposta sul futuro e su cui non è più possibile pensare di scaricare ulteriori tensioni".

3 dicembre 2011