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Il nuovo Piano cave della Regione risparmierà il territorio lecchese

Lecco (Lècch) - Approvato dal Consiglio regionale lombardo il Piano cave della Provincia di Lecco. Il nuovo piano raccoglie le istanze rivendicate dalla Lega Nord lecchese, che alle paventate nuove escavazioni aveva opposto un netto no all'insegna di “il nostro territorio ha già dato”. Soddisfazione anche da parte di Ncd e Pd.

APPROVATO. L'istruttoria del nuovo Piano cave era stata avviata sotto l’amministrazione provinciale guidata da Daniele Nava e, in particolare, dall’assessore Carlo Signorelli. Sotto la spinta di Paolo Arrigoni, capogruppo provinciale della Lega Nord, nel febbraio 2014, era stato approvato a maggioranza il documento che "salva anche il Cornizzolo".

NON IMPATTANTE. La montagna sopra Civate, all'epoca candidata ad un assalto di ruspe, ora appare particolarmente tutelata dal nuovo Piano cave. «Un piano non impattante, che tutela anche il Cornizzolo -, commenta il consigliere regionale Mauro Piazza al termine dei lavori dell’aula. Un piano senza aumenti volumetrici di escavazione, pragmatico e non retorico. Un piano che ha saputo ascoltare con diligenza e discernimento il territorio».

UNA SINTESI. «L’iter del piano in Regione Lombardia è stato veloce proprio grazie alla qualità del lavoro svolto: non ha comportato modifiche volumetriche né l’inserimento o l’espunzione di ambiti o giacimenti rispetto a quanto proposto dalla Provincia di Lecco  – ribadisce Piazza –. Il documento costituisce una sintesi tra le istanze ambientali (una su tutte quella del monte Cornizzolo che porta con sé l’aspetto storico e culturale di San Pietro al Monte) e le esigenze occupazionali e del settore edile».

FABBISOGNO. Il documento approvato individua i seguenti quantitativi di materiale: 550.000 mc di sabbia e ghiaia (una cava di recupero), 905.000 mc di pietrisco (ripartiti su quattro ambiti estrattivi) e 12.700.000 mc di rocce per usi industriali ripartiti su tre ambiti estrattivi. La relazione della VI commissione “Ambiente e protezione civile” di Regione Lombardia ha evidenziato come “il quantitativo di inerti pianificato è al di sotto del fabbisogno provinciale che si attesta a 9 milioni di mc”. Per soddisfarlo, oltre all’attivazione della cava di recupero, verrà fatto ricorso a inerti riciclati e all’importazione di materiale dalle altre province.

LA CESSAZIONE. Abbastanza soddisfatto anche Raffaele Straniero, consigliere regionale del Pd. «Non ci convince il metodo utilizzato, innanzitutto, ovvero quello di anticipare di sei anni il nuovo piano. Il piano contiene, però, anche la cessazione degli scavi sul monte Cornizzolo e la mancata apertura di nuovi fronti di escavazione in altri comuni lecchesi».

Nella foto: manifestanti anti-cava al Cornizzolo.

24 novembre 2015